La proposta di Luca Zaia: un test fai-da-te per gli studenti per controllarsi da soli
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia propone un test fai-da-te per gli studenti per il Coronavirus, in modo che i ragazzi possano controllarsi da soli prima del rientro a scuola. Zaia parla della proposta in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, segnalando anche che «non sarebbe una tragedia» se le scuole riaprissero a febbraio, come ha chiesto il collega Vincenzo De Luca per la Campania. Poi parla della situazione della sua regione: «Le curve dei contagi al riguardo sono inequivocabili e io, davanti a 860 veneti positivi ogni 100 mila abitanti, non posso voltarmi dall’altra parte. Chiedo al governo di valutare l’introduzione dell’automonitoraggio a scuola, a partire dal primo giorno di rientro e fino alla fine dell’emergenza, come già fanno Israele e Gran Bretagna». Il monitoraggio si realizzerebbe «consegnando a tutti gli studenti, una o due volte alla settimana, un kit per il test fai da te, da eseguire in lasse con compagni e insegnanti, sempre su base volontaria. Sappiamo che i sintomi di Omicron compaiono nell’arco di 5 giorni: in questo modo riusciremmo ad intercettare i positivi prima che il contagio dilaghi».
E per il governatore non è un problema che i test fai-da-te siano poco attendibili: «L’alternativa è nessun test, non mi pare migliore. E inutile insistere nel voler suturare la ferita in ambiente sterile mentre siamo in trincea nel fango sotto i bombardamenti. I fai da te sono ormai entrati nella quotidianità di milioni di italiani, li consiglia anche l’Ecdc, autorità riconosciuta da tutti gli Stati, e sono l’unico modo per eseguire uno screening di massa alla ripresa delle lezioni». Infine, secondo Zaia non bisogna discriminare tra studenti vaccinati e non: «Stiamo lavorando a una “terza via”, se ne sta occupando Francesca Russo, la direttrice del mio Dipartimento di prevenzione, che coordina il tavolo nazionale. Crediamo che soprattutto alle superiori, dove il tasso di vaccinati è molto alto, sia possibile immaginare nuovi modelli di coesistenza tra gli studenti facendo leva sull’immunità di gregge. Non posso dire di più, è un’ipotesi che stiamo studiando e andrà condivisa con le altre Regioni».
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