Da febbraio il Super Green pass sul lavoro, l’obbligo per categorie: come sarà il nuovo decreto Covid
Una road map per il Green pass obbligatorio sul lavoro. E, per ora, niente obbligo vaccinale per tutti gli italiani. Il consiglio dei ministri che si riunirà domani per varare il nuovo decreto Covid troverà una bozza di norma con le sanzioni da applicare e le indicazioni su come procedere per sostituire i lavoratori che non vorranno piegarsi. E una serie di date entro le quali scatterà l’obbligo di Certificazione Verde Covid-19 per ogni categoria. La data segnata sul calendario è quella del primo febbraio. Ma il presidente del consiglio Mario Draghi non ha ancora deciso se sarà quella di inizio (e quindi varerà l’obbligo per i lavoratori della pubblica amministrazione, che saranno i primi a doversi adeguare). O quella entro la quale la norma sarà in vigore per ogni categoria. Mentre c’è chi pronostica duecentomila contagi al giorno a gennaio.
Una road map per categorie
La necessità di scaglionare l’entrata in vigore del provvedimento viene da una serie di fattori di tipo logistico. A partire dal 10 gennaio infatti l’ultimo decreto Covid varato dal Cdm taglia i tempi della terza dose e questo potrebbe portare a un ingorgo vaccinale negli hub. Di qui la volontà di fornire già nella legge una road map per il settore privato. Ma sull’obbligo non si discute. Anche il ministro della Salute Roberto Speranza è d’accordo. E il Green pass sarà obbligatorio anche per chi è in smart working. La Repubblica spiega che con l’imposizione del certificato a tutte le attività professionali e commerciali (aziende, negozi, uffici pubblici e privati, grande distribuzione, trasporti, logistica) il governo conta di persuadere 2,5 milioni di persone a immunizzarsi entro 15 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento.
E questo perché tra due settimane, secondo gli esperti, avremo il picco di infezioni della quarta ondata per la variante Omicron. Il quotidiano aggiunge che la scelta del modello 2G (ovvero Green pass soltanto a vaccinati e guariti), finora nel mondo del lavoro riservata a sanitari, forze dell’ordine e insegnanti, è ritenuta socialmente meno impattante rispetto all’obbligo generale. Offre anche un vantaggio importante: quando c’è l’obbligo vaccinale lo Stato deve farsi carico delle sanzioni. Con questo metodo la sanzione è incorporata e riguarda tutti i lavoratori. C’è poi anche la possibilità di un ritorno dello smart working per la pubblica amministrazione e per i privati. Una quota di lavoro agile da casa fino a metà febbraio è l’ipotesi attorno la quale si ragiona.
Multe, sanzioni e smart working
Ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli ha avuto una riunione con i tecnici del ministero della Funzione Pubblica, della Salute e del Lavoro per discutere sulle modalità del provvedimento. Con un focus sulle sanzioni da applicare e sulle sostituzioni di chi non rispetterà le nuove regole. La sanzione sarà la sospensione dello stipendio per chi non è in possesso del pass. Le sostituzioni dei dipendenti saranno permesse alle piccole aziende, ovvero alle imprese sotto i 15 dipendenti. La stessa possibilità non verrà data alle grandi aziende. Il nodo giuridico della sostituzione dei dipendenti non sarà invece un problema per la pubblica amministrazione.
La Stampa spiega anche che in una prima fase saranno i lavoratori del settore pubblico a vedere l’entrata in vigore del pass sul lavoro. Per ragioni di semplicità giuridica e anche di facilità nei possibili controlli. Poi sarà la volta delle grandi aziende e infine delle piccole. Secondo un calendario che il CdM deve però ancora definire. Il quotidiano aggiunge che fonti vicine a Draghi invitano a non escludere altre strategie nel nuovo decreto Covid. Una di queste potrebbe essere la possibile imposizione dell’obbligo vaccinale ad altre categorie di lavoratori. Ovvero a quelli a contatto con il pubblico. Sia della pubblica amministrazione che del privato. A spingere ieri per questa soluzione anche Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute.
Le nuove regole per 23 milioni di lavoratori
Intanto il Corriere della Sera fa sapere che le nuove regole per 23 milioni di lavoratori andranno a incrociarsi nel dibattito in Cdm con la situazione della scuola. Ieri il governo è tornato a far sapere alle Regioni e ai sindacati che non ha intenzione di posticipare la riapertura. Anche se c’è chi, come il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, minaccia di fare da sé e di serrare gli istituti per altri 20 o 30 giorni. Per il quotidiano toccherà alla Cabina di Regia convocata prima del Cdm la decisione sull’obbligo di Green pass rafforzato per tutti i lavoratori o soltanto per il settore pubblico. Draghi consulterà anche i sindacati e Confindustria per arrivare a una scelta condivisa. Ma sia Landini che Bombardieri hanno già fatto sapere che preferiscono l’obbligo vaccinale per ogni cittadino. Infine, il fisico Roberto Battiston, coordinatore dell’Osservatorio Dati Epidemiologici di Agenas, dice oggi a Il Messaggero che presto anche l’Italia supererà la soglia dei 200 mila contagi al giorno: «I dati esteri, in particolari quelli inglesi, che precedono i nostri di 10/12 giorni, confermano che ora lì è partito l’aumento dei ricoveri. Dunque è ragionevole pensare che anche da noi all’esplosione dei contagi seguirà verso fine mese una forte pressione sugli ospedali»
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