Scuola, il governo ci ripensa? Vertice Draghi-Figliuolo. Le Regioni insistono su Dad e stop a tampone il primo giorno
All’indomani della smentita su un possibile rinvio della data di rientro in classe e di un eventuale ricorso alla Dad, il premier Mario Draghi ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della Salute Roberto Speranza, insieme al commissario all’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. Sul tavolo della riunione di governo, durata poco più di un’ora, la messa a punto delle regole per gli studenti positivi o per i contatti con i positivi in vista della riapertura delle scuole. Nonostante il ritorno in classe resti fissato, come da calendario ufficiale, tra il 7 e il 10 gennaio, l’incontro di oggi fa pensare che molto ci sia da discutere intorno al tema scuola e contagi Covid, anche alla luce delle istanze delle regioni. Il tempo stringe e uno screening puntuale di tutti gli studenti prima del suono della campanella del nuovo anno appare come una strada complicata da percorrere, ma secondo i dirigenti scolastici resta necessaria. Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli, per esempio, aveva avanzato l’ipotesi di posticipare il rientro di una settimana per agevolare l’operazione tamponi, settimana che poi sarebbe stata recuperata a fine anno scolastico. Intanto le Regioni, in primis il governatore della Campania Vincenzo De Luca, continuano a spingere per la didattica a distanza nel tentativo di contenere il dilagare dei nuovi contagi, nonostante la situazione sia già sfuggita di mano in molte aree.
La linea del governo
Preservare il più possibile le lezioni in presenza, rivedendo il numero di contagi che fa scattare la Dad per tutta la classe. Questa è la strada che sta seguendo il governo, confermata nel corso della riunione tra il premier e i ministri. “La scuola deve restare in presenza e in sicurezza”, ha scandito il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi durante un incontro con i sindacati di settore. La soglia per la Dad potrebbe essere aumentata, specie per le fasce di età che hanno una copertura vaccinale più elevata. La priorità dell’esecutivo è quella di garantire il più possibile le lezioni in presenza, adottando tutte le soluzioni adatte a gestire il picco della quarta ondata Covid.
Le Regioni chiedono la Dad
Proprio in considerazione del fatto che l’andamento della pandemia, spinta da Omicron, sta piegando le Regioni italiane – dall’inizio dell’anno almeno 269.000 contagi in tutta Italia -, i governatori continuano a chiedere al governo l’adozione della didattica a distanza. Per questo hanno messo a punto una bozza con le linee guida che vorrebbero fossero applicate negli istituti. Il documento sarà poi presentato all’esecutivo e, forse, sarà trovata una mediazione. Nel dettaglio i presidenti di regione chiedono che alle elementari e in prima media, con quattro o più contagi in classe, venga prevista una settimana di Dad e la quarantena per tutti gli alunni della classe, oltre al tampone per coloro che non sono vaccinati, se chi ha completato il ciclo vaccinale non ha sintomi. In caso invece di una soglia inferiore ai quattro contagi, i governatori chiedono che venga prevista l’autosorveglianza per tutti e la raccomandazione di indossare la mascherina Ffp2. Tra le altre istanze, più difficili da applicare, c’è quella di chiedere agli alunni di astenersi dalla frequentazione di ambienti diversi da quelli familiari.
In generale le Regioni chiedono che queste linee guida possano essere applicate tenendo conto della velocità di trasmissione della variante Omicron e in presenza di una copertura vaccinale degli studenti abbastanza alta (al 70%). Per quanto riguarda la scuola materna le regioni chiedono lo stop alla frequenza e la quarantena anche in caso di un solo alunno positivo al Covid. Secondo lo stesso documento, che i governatori presenteranno al governo, per le scuole primarie e secondarie di primo grado, per gli studenti di età inferiore ai 12 anni, la quarantena e l’interruzione della frequenza scattano con almeno due contagiati (nel caso di un solo positivo i contatti restano in classe in autosorveglianza). Caso diverso per le scuole secondarie di primo (con 12 anni o più) e secondo grado: in questo contesto lo stop alla frequenza e la quarantena scattano con un minimo di 3 casi. La bozza raccomanda anche di evitare la ripresa dell’educazione fisica, delle lezioni di canto e dell’uso di strumenti a fiato, di promuovere un maggior uso delle mascherine Ffp2 e, infine, di verificare la correttezza del consumo dei pasti in mensa.
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