Gli effetti dell’ondata sugli ospedali, tre Regioni rischiano la zona arancione da lunedì: dove scatta il lockdown di fatto per i non vaccinati
Le previsioni degli esperti indicano che la curva dei contagi a gennaio è destinata a salire ancora. Il picco di ieri 4 gennaio, con il nuovo record di casi di Coronavirus ormai sopra i 170 mila in un giorno, non sarà l’ultimo, così come è tutto ancora da capire l’effetto che l’ondata, con l’incognita della variante Omicron, avrà sugli ospedali. I primi segnali che il peggio debba ancora arrivare sul fronte dei ricoveri lo indicano già le prime regioni che da lunedì 10 gennaio si preparano a passare in zona arancione, considerando il peggioramento sulle occupazioni dei posti letto. Quasi certamente rischia il passaggio in arancione la Liguria, seguita da Calabria, Marche e provincia di Trento. Nel caso della regione governata da Giovanni Toti, sia le aree mediche che le terapie intensive hanno superato le soglie previste dal decreto Covid, con il 20 per cento di posti occupati dai malati gravi e il 31 per cento nelle aree non critiche. In bilico la Calabria, ancora al 15 per cento sulle terapie intensive, ma al 32 per cento in area medica; le Marche, già al 21 per cento sui posti letto occupati dai malati gravi e al 23 per cento nelle aree non critiche; e la provincia di Trento che sfiora il 20 per cento in area medica, con dato in miglioramento nelle ultime 24 ore, e registra però il 24 per cento nelle terapie intensive.
Cosa cambia
Con la zona arancione scatterà il divieto di spostamento fuori dal proprio Comune di residenza, fatta eccezione per chi deve muoversi per motivi di lavoro, salute o necessità comprovata. È di fatto l’unica misura che ancora distingue la zona arancione da quelle bianche e gialle, dove è già valido il Super Green pass obbligatorio per ogni tipo di attività sociale, per gli eventi nei luoghi chiusi e per i trasporti pubblici. Senza vaccino quindi si applica una sorta di lockdown di fatto, con l’accesso non consentito nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, oltre che nei bar e ristoranti anche all’aperto, le palestre e i cinema e teatri.
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