Covid, via libera del governo all’obbligo vaccinale per gli over 50. Salta il Super Green pass per i negozi
Il governo ha deciso. Dopo oltre due ore di riunione, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’unanimità all’obbligo vaccinale contro il Covid per tutte le persone, italiane o straniere, residenti in Italia e di età pari o superiore ai 50 anni. La decisione dell’esecutivo «vogliono preservare il buon funzionamento delle strutture ospedaliere e, allo stesso tempo, mantenere aperte le scuole e le attività economiche», ha dichiarato il premier Mario Draghi al termine del Cdm. In qualità di governo «vogliamo frenare la crescita della curva dei contagi e spingere gli italiani che ancora non si sono vaccinati a farlo – ha proseguito il premier -. Interveniamo in particolare sulle classi di età che sono più a rischio di ospedalizzazione per ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite». Il ministro della Salute Roberto Speranza, sempre al termine del Cdm, ha aggiunto: «Le scelte che stiamo facendo vanno nella direzione di restringere il più possibile l’area dei No vax, perché è quella che provoca un peso sanitario sui nostri sistemi ospedalieri». Il ministro della Salute ha che a oggi «i due terzi dei ricoverati nelle terapie intensive del Paese sono non vaccinati, così come il 50 per cento» delle persone ricoverate per Covid nei reparti ordinari.
L’obbligo vaccinale per gli over 50
L’obbligo del vaccino anti-Covid per tutte le persone di età pari o superiore ai 50 anni sarà valido dal 15 febbraio al 15 giugno 2022. Potranno essere esentate dall’obbligo vaccinale gli ultracinquantenni a cui è stato «accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale o dal medico vaccinatore». Con l’introduzione dell’obbligo vaccinale per tutta la popolazione over 50, gli ultracinquantenni dovranno presentare il Super Green pass sul luogo di lavoro sia nel pubblico sia nel settore privato, mentre per i disoccupati e pensionati con età pari o superiore a 50 anni varrà comunque l’obbligo di sottoporsi a vaccinoprofilassi. Favorevoli all’obbligo, Partito democratico, Forza Italia, Italia Viva e LeU, inizialmente favorevoli all’estensione dell’obbligo a tutta la popolazione over 40. La Lega invece si è detta a favore dell’obbligo vaccinale solo per gli over 60, come anticipato in mattinata dal Sottosegretario di Stato, Massimo Garavaglia. Il M5s si è opposto all’obbligo in toto. A seguito della mediazione del presidente Draghi le varie forza di maggioranza son convenute sull’obbligo di vaccinazione anti-Covid per gli over 50. L’unica nuova categoria che dovrà rispettare l’obbligo vaccinale è quella del personale universitario (docenti, assistenti, dottorandi, amministrativi), che viene così equiparato a quello scolastico.
L’estensione del Super Green pass
Dopo un pomeriggio di lunghe mediazioni, diversamente da quanto previsto nella bozza arrivata sul tavolo del Cdm, nel nuovo decreto Covid non è stato esteso il Super Green pass (ottenibile solo con la vaccinazione o se si è guariti dal Covid). Tema su cui la maggioranza, durante la scorsa cabina di regia, si è divisa. Lega e M5s erano contrari, seppur per ragioni diverse, all’estensione della certificazione rafforzata. Ma dopo la levata di scudi della Lega durante il Cdm, l’estensione non è passata. Di conseguenza per accedere ai servizi alla persona (parrucchieri, centri estetici e benessere), per negozi e centri commerciali, e per l’accesso a pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, così come per negozi alimentari e farmacie basterà il semplice Green pass, ottenibile o con la vaccinazione o con tampone negativo.
Come funzionerà la Dad nelle scuole
Durante il Cdm è stata conferma la riapertura per tutte le scuole di ogni ordine e grado per il prossimo 10 gennaio, e sono state varate le nuove regole per la Dad (didattica a distanza) qualora si dovessero riscontrare dei casi di contagio in classe. Secondo il nuovo decreto, in ambito scolastico cambiano le regole per la quarantena, l’autoisolamento e la Dad, a seconda delle fasce di età:
- per i bambini nella fascia 0 – 6 anni, che frequentano gli asili nido o la scuola dell’infanzia, scatterà la quarantena nel caso in cui sia presente 1 caso positivo in classe;
- gli studenti dai 6 agli 11 anni, ossia nelle scuole elementari, si andrà in Dad per 10 giorni con almeno 2 contagi per classe. Qualora solo un alunno o alunna dovesse risultare positivo/a, le lezioni proseguiranno in presenza con attività di testing per rilevare eventuali contagi tra i compagni di classe;
- gli studenti dai 12 anni ai 18 anni, ossia nelle scuole medie inferiori fino al quinto anno delle scuole superiori, la Dad di 10 giorni scatterà con 3 casi positivi in classe.
- Nel caso in cui vengano registrati 2 casi di positività tutta la classe resterà a fare lezione in presenza, con obbligo di autosorveglianza e di uso della mascherina Ffp2. Con due alunni/e positivi/e al virus in classe, però, gli studenti delle superiori non vaccinati, o che hanno concluso il ciclo di vaccinazione da più di 120 giorni e non hanno ancora ricevuto la terza dose booster di richiamo (autorizzata oggi dall’Aifa per la fascia 12-15 anni), o che sono guariti dal Covid da più di 120 giorni (4 mesi) scatterà la Didattica a distanza per 10 giorni.
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- Con 1 contagio in classe le lezioni restano in presenza, con obbligo di autosorveglianza e utilizzo delle mascherine Ffp2.
In tutti i casi per il rientro in classe sarà necessario risultare negativi a tampone antigenico o molecolare tra il quinto e il settimo giorno dall’ultima esposizione al caso positivo.
Smart working per la Pa e privati: la nuova circolare Brunetta-Orlando
Novità anche sul fronte dello smart working (lavoro agile, ndr) nella pubblica amministrazione, così come nel settore privato. I ministri per la Pa, Renato Brunetta, e quello del Lavoro, Andrea Orlando, hanno firmat una circolare volta a «sensibilizzare le amministrazioni pubbliche e i datori di lavoro privati a usare pienamente gli strumenti di flessibilità che le discipline di settore già consentono sul ricorso allo smart working», riferiscono fonti di governo. «Una grande prova di responsabilità condivisa – proseguono le stesse fonti – che vede l’intero mondo del lavoro unito per organizzare lo smart working in maniera intelligente e flessibile, nell’ambito delle regole vigenti e sulla base delle effettive necessità, coniugando la piena operatività dei servizi pubblici e delle attività economiche con la massima sicurezza dei lavoratori e degli utenti».
Immagine di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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