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Verso l’obbligo vaccinale almeno per gli over 60, le ipotesi sul nuovo decreto Covid: cosa può cambiare sul Super Green pass al lavoro

05 Gennaio 2022 - 06:34 Giovanni Ruggiero
L'introduzione dell'obbligo vaccinale non è più un'ipotesi remota nel governo, che potrebbe partire dalle categorie più fragili almeno di chi è ancora al lavoro

Potrebbe partire dagli over 60 e i soggetti più fragili l’obbligo vaccinale che il governo valuta per il nuovo decreto previsto oggi, con il Consiglio dei ministri atteso molto probabilmente nel pomeriggio. Il giorno dopo il nuovo record di contagi registrato in Italia con oltre 170 mila contagi di Coronavirus, restano comunque sul tavolo tutte le ipotesi anticipate nei giorni scorsi per frenare la curva, con la certezza che quello di ieri non è ancora il picco dell’ondata in corso. Resta ancora in piedi la possibilità di un’estensione del Super Green pass per i lavoratori, con Lega e M5s che minacciano diserzioni e veti nel caso venisse imposto a chi lavora nel pubblico e nel privato il cosiddetto «2G», cioè il certificato ottenuto solo con vaccinazione o guarigione dalla Covid-19 negli ultimi sei mesi. Alle tensioni nella maggioranza, Mario Draghi potrebbe rispondere con la mediazione di un obbligo di Super Green pass almeno per quei lavoratori più esposti ai rapporti col pubblico e nei settori considerati indispensabili.

Quale sarà il punto di caduta finale del Cdm non è di semplice previsione. Sull’ipotesi dell’obbligo vaccinale per gli over 60, i dubbi principali riguardano le sanzioni, che andrebbero a colpire soprattutto i pensionati, oltre ai lavoratori più anziani. Per questo, scrive ad esempio Repubblica, è ancora in piedi la possibilità che l’obbligo di vaccino possa essere imposto solo ai lavoratori sopra i 60 anni e solo per quelli impegnati nei settori più esposti. Quel che è certo è che il ricorso allo smart working massiccio non ci sarà, sopratutto dopo il faccia a faccia di ieri 4 gennaio tra il ministro della Pa Renato Brunetta e il premier Draghi.

Non ci sarà un ritorno allo smart working come nel primo lockdown, ma almeno una circolare che ricordi alle varie amministrazioni pubbliche le opzioni già possibili per gestire il lavoro da casa con turnazioni periodiche e concordate. Una soluzione che potrebbe coinvolgere quasi la metà dei dipendenti pubblici. La decisione finale passerà comunque dal fuoco di fila delle diverse riunioni previste in giornata prima del Consiglio dei ministri. Prima con le Regioni, che spingono per un obbligo vaccinale quanto più esteso possibile almeno per i lavoratori, e la cabina di regia dei partiti, dove la maggioranza è ancora spaccata.

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