Vermi nel cibo e incendi: le polemiche sul Park Hotel di Melbourne, la struttura in cui è rinchiuso Djokovic
L’udienza è fissata per lunedì prossimo. In questa data è attesa la decisione sul ricorso di Novak Djokovic, il tennista numero uno al mondo a cui è stato negato l’ingresso in Australia. No vax convinto, Djokovic si era presentato nel Paese per partecipare agli Australian Open con in mano un’esenzione dal vaccino anti Covid per ragioni mediche. Una strategia che non ha funzionato. Fino a lunedì il tennista dovrà rimanere al Park Hotel, una struttura a nord di Melbourne. Dopo l’arrivo di Djokovic davanti al Park Hotel hanno cominciato a radunarsi gruppi di contestatori, alcuni chiedono «libertà» per il tennista, altri manifestano a favore dei rifugiati. Djokovic infatti non è il solo ospite dell’albergo. Insieme a lui ci sono altre persone che non hanno i documenti in regola per poter stare nel Paese. Fra questi c’è anche Mehdi Ali, un ragazzo di 24 anni che da mesi è detenuto nella struttura dalle autorità australiane. Sul proprio profilo Twitter ha documentato le condizioni dell’albergo, tra incendi e problemi con la pulizia delle stanze.
«È una prigione, è una prigione definitiva. Siamo chiusi nella nostra stanza in questo edificio e non c’è una scadenza, e non c’è una sentenza. Nei giorni scorsi è scoppiato un incendio, ci hanno portati tutti nell’atrio ma non ci hanno portato fuori dall’edificio», ha spiegato Mehdi Ali in un’intervista a 9News. E ancora, questa volta su Twitter: «A volte ci sediamo e sogniamo di prendere una tazza di caffè in un bar, fare una passeggiata, fare shopping in città. Fantastichiamo di vedere le nostre famiglie». L’hotel viene utilizzato come struttura per detenere gli irregolari dal 2020 e Mehdi Ali non è il solo a sostenere che abbia problemi sulla pulizia e sulle condizioni del cibo. Il 27 dicembre l’account Twitter @mohammedJoy73 ha pubblicato le foto di alcuni vermi trovati nel suo pasto: «Guardate questo cibo con i vermi. È stato consegnato stasera alle 17:30 come cena nella prigione di Park per 34 persone. Anche le guardie hanno convenuto che non fosse commestibile: l’hanno portato via. Ora non ceniamo».
December 27, 2021
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