Obbligo vaccinale: vincolo effettivo o slogan senza controlli e sanzioni?
La scelta del governo Draghi di introdurre l’obbligo vaccinale è destinata ad avere un impatto molto forte sulla popolazione. Al di là delle prevedibili discussioni che sorgeranno ai primi casi di rifiuto esplicito della vaccinazione anti Covid, bisogna interrogarsi se il sistema previsto dal decreto legge approvato dal governo funziona oppure no. La prima impressione – ricavata dalla lettura del testo ancora non ufficiale fatto circolare da Palazzo Chigi – è che la combinazione tra obbligo di vaccinazione e Super Green pass sia destinata a creare un sistema irrazionale. Vediamo perché. Un semplice cittadino che ha computo 50 anni sarà obbligato, appena entrerà in vigore il nuovo decreto, a vaccinarsi, pena l’applicazione di una sanzione amministrativa di 100 euro (sanzione ad oggi molto misteriosa, in quanto nelle bozze che circolano non è presente: ma facciamo finta che nella stesura finale venga inserita, come si sente dire dai tecnici del governo). Questo obbligo vale per pochi mesi, ma non esiste alcuna procedura per il suo accertamento e non c’è alcun periodo transitorio per adeguarsi: in teoria, dal primo giorno di entrata in vigore del decreto tutti gli over 50 privi di vaccino sarebbero sanzionabili.
Un obbligo che suscita tantissime domande: quando e come si faranno gli accertamenti su chi non è vaccinato? Come gestire chi prenota la vaccinazione ed è in attesa di farla? Quante volte si può ripetere la sanzione per chi persiste nel rifiuto del vaccino? Domande destinate a restare senza risposta, perché questo obbligo vaccinale sembra più un slogan che un vero vincolo legale. Al contrario, un cittadino lavoratore over 50 avrà tempo fino al 15 febbraio per vaccinarsi, altrimenti avrà un problema ancora più grande: non potrà lavorare, perdendo lo stipendio, oltre a dover subire la stessa sanzione di 100 euro. E se dovesse fare il furbo, entrando al lavoro senza Super Green pass, subirebbe una multa di importo variabile tra 600 e 1.500 euro.
Ricapitolando: 100 euro per il cittadino No vax, ma assenza totale di controlli; stessa multa ma in aggiunta perdita del lavoro e dello stipendio per il lavoratore No pass, soggetto al controllo del datore di lavoro; stesse conseguenze e ulteriore multa tra 600 e 1.500 euro per il lavoratore No pass che elude i controlli e va in ufficio pur non potendo. Un marchingegno complicato e farraginoso, dove l’unico soggetto in grado di svolgere i controlli saranno i datori di lavoro, da quando sarà operativo il Super Green pass; per tutti gli altri casi (cittadini over 50 che non lavorano oppure non subiscono controlli efficaci), l’obbligo vaccinale sarà un vincolo più teorico che reale, una “bandiera” sventolata nella battaglia sui vaccino senza che nessuno si sia preoccupato di prevedere controlli efficaci e sanzioni effettive.
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