Australia, un caso Djokovic anche nel tennis femminile. Stop alla ceca Voracova: «Non è in regola con le norme anti-Covid»
«Sono chiusa in una stanza da cui non posso uscire: c’è una finestra di dimensione ridotte, che posso aprire fino a cinque centimetri di spazio per far passare un po’ d’aria. Ci sono agenti di guardia ovunque, anche in corridoio e sotto la mia finestra. A volte mi viene da ridere: pensano forse che potrei saltare giù e scappare? Il cibo? Me lo lasciano sull’uscio, ma è razionato e io mi sento come se fossi in prigione». A parlare è la tennista ceca Renata Voracova dal Park Hotel di Melbourne, la stessa struttura dove si trova Novak Djokovic, il numero uno del ranking maschile mondiale, bloccato dopo l’atterraggio per problemi con il visto e con l’esenzione dal vaccino, in attesa dell’udienza di lunedì 10 gennaio sull’ordine di espulsione. La tennista ceca, numero 81 nel ranking mondiale femminile ha poi raccontato: «All’aeroporto di Melbourne le autorità federali mi hanno fatto subito passare, poi sono state bloccata al checkpoint dello Stato di Victoria. Ma dopo aver esaminato i miei documenti mi hanno detto di andare precisando che non c’erano problemi». Tuttavia, a differenza di Djokovic, Voracova è arrivata in Australia oltre una settimana fa. Nel mentre ha anche partecipato al torneo Wta Melbourne Summer Set 2.
Ma la tennista ceca avrebbe presentato un’esenzione dal vaccino per un’infezione da Covid-19 avuto l’anno scorso, secondo quanto riferito dall’emittente Abc. Un’esenzione che dunque non sarebbe più valida. Ma dopo la giornata di ieri, in cui sono stati nuovamente esaminati i suoi documenti, Voracova è stata condotta dalle autorità australiane presso il Park hotel dove si trova anche Djokovic. Una struttura che, di fatto, viene utilizzata dall’ufficio immigrazione australiano per alloggiare i richiedenti asilo e le persone che non sono in regola con visto. «Mi è sembrato di vivere in un film – ha proseguito la tennista – invece purtroppo era vero, e niente affatto piacevole, e ancora non riesco a capire come sia stato possibile che, una settimana dopo che ero entrata, siano venuti a prendermi dicendomi che le regole che avevano applicato per me non erano più valide». Anche per la tennista ceca il caso resta in sospeso, in attesa che le autorità australiane decidano sul da farsi. Ma la tennista non ha dubbi: «Voglio andarmene il prima possibile, magari anche domani se mi daranno il permesso».
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