Caso Djokovic, la ministra australiana: «Non è prigioniero: può andare via subito». Che cosa rischia il tennista – Il video
In questo momento Novak Djokovic si trova al Park Hotel di Melbourne, in Australia. La struttura è stata al centro di inchieste dei media australiani per le condizioni di detenzione dei suoi ospiti. Ora anche la minsitra dell’Interno Karen Andrew è intervenuta per spiegare la situazione del tennista numero uno al mondo: «Djokovic non è prigioniero in Australia. È libero di andare via quando vuole e nel caso le autorità di frontiera lo aiuteranno. Le altre persone detenute nell’hotel di Melbourne non hanno un visto valido o sono qui illegalmente per diverse ragioni. Noi stiamo trattando in modo corretto tutte le persone detenute per immigrazione». Djokovic comparirà davanti a un giudice australiano lunedì 10 gennaio: qui si deciderà se il suo visto può essere considerato valido o se dovrà tornare a casa e rinunciare alla partecipazione agli Australian Open. Le conseguenze di un eventuale rifiuto potrebbero però non essere limitate a questo episodio: Djokovic infatti rischia di essere allontanato dal Paese per tre anni.
Nelle ultime ore si sono schierati in difesa del tennista i suoi familiari. Il padre Srdjan si è lanciato in un paragone evangelico: «Novak è lo Spartacus del nuovo mondo che non tollera l’ingiustizia, il colonialismo e l’ipocrisia. È diventato il simbolo e il leader del mondo libero, un mondo di Nazioni e persone povere e oppresse. Lo hanno crocefisso come Gesù Cristo». La madre Dijana ha denunciato le condizioni in cui vive: «Lo tengono come un prigioniero, non è giusto, non è umano. Spero che rimanga forte, anche noi stiamo provando a dargli un po’ di energia per andare avanti. Spero che vinca la sua battaglia. Il suo alloggio è terribile. È solo un piccolo hotel per gli immigrati, ammesso che sia un hotel. Con gli insetti, è tutto sporco, il cibo è terribile». Più ecumenica la moglie Jelena: «Grazie a tutti voi che state facendo sentire l’amore per mio marito. Sto cercando di respirare profondamente per mantenere la calma e cercare di comprendere quello che sta accadendo».
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