I numeri in chiaro della settimana. Sebastiani: «Presto il picco della percentuale dei positivi ai test molecolari. Riaprire le scuole? Un errore» – Il video
Oggi, 7 gennaio, il tasso di positività è schizzato al 22%. I tamponi somministrati durante il giorno dell’Epifania sono stati meno di 500 mila, ma è un valore che, comunque, preoccupa: il Coronavirus ormai circola con una velocità mai vista prima in Italia, con i contagi giornalieri che si contano nell’ordine delle centinaia di migliaia e un numero di infetti prossimo a quota 2 milioni. «Entro pochi giorni raggiungeremo il picco della circolazione del virus misurato in termini della percentuale di positivi sui test molecolari effettuati», dice Giovanni Sebastiani. Per vedere un calo del numero assoluto di contagi, invece, per il matematico del Cnr dovremo aspettare 7-10 giorni in aggiunta «Stiamo assistendo agli effetti della variante Omicron e dell’aumento dei contatti legati alle festività».
Se il tasso di positività si appresta a decrescere, Sebastiani ricorda che la curva relativa ai morti non può essere interpretata altrettanto positivamente. «Nelle ultime settimane abbiamo una crescita lineare ma negli ultimi giorni la curva dei decessi sta accelerando – dice -. E un trend simile ce l’ha anche la curva degli ingressi in terapia intensiva». Se la crescita delle ospedalizzazioni rimanesse invariato, «tra un mese, 40 giorni al massimo, tutta l’Italia si troverà in zona rossa». Sebbene le curve dei ricoveri e dei decessi dovrebbero seguire l’andamento della curva dei contagi con un paio di settimane di ritardo, ci sono due incognite che preoccupano il matematico. La prima è quella relativa alla frequentazione dei negozi per il periodo dei saldi, la seconda riguarda il ritorno in classe per gli studenti. «Avrei auspicato uno stop di un mese per le attività didattiche in presenza».
Sebastiani ricorda che «si è visto, nel passato, che la ripresa delle attività scolastiche ha dato un impulso all’epidemia». Questa volta, si potrebbe obiettare, è diverso perché ci sono i vaccini. «Peccato che nella fascia tra i 5 e gli 11 anni la copertura vaccinale è pari al 6%,mentre nella fascia 12-19 è pari al 76%. È chiaro che nella popolazione giovanile il virus circola molto, con un’incidenza di due, tre volte superiore alle altre fasce di età». Se il governo avesse posticipato il rientro a scuola, «avremmo potuto mettere in atto quello che non si è mai fatto prima: una campagna di testing a tappeto nella popolazione scolasticasia di tipo sierologico che attraverso i tamponi. Nel frattempo avremmo anche abbassato l’incidenza stratosferica attuale. Questa – conclude – è la vera scuola in sicurezza. Il resto sono slogan».
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