No Green pass, le voci dalla piazza di Torino: «Meglio senza lavoro che vaccinati. La scuola? Così è un lager» – Il video
TORINO – Sono centinaia i No Green pass che si sono radunati oggi, 8 gennaio, in piazza Castello a Torino per la prima manifestazione dell’anno contro la certificazione verde anti-Covid e soprattutto contro l’obbligo vaccinale per gli over 50. C’è chi non manda più i propri figli in aula definendo la scuola un «lager» («li stanno chiudendo nelle stanze»), chi è sospeso dal lavoro perché non vuole vaccinarsi per alcun motivo. C’è la sanitaria rimasta senza occupazione e il professore che, ormai senza stipendio, dice di rischiare di finire in mezzo alla strada: «Tra 6 mesi termineranno i miei risparmi». Molte le persone senza mascherina in piazza: per qualcuno è inutile o «un sistema per tappare la bocca, una museruola». Le multe? Non le pagheranno, dicono. Grandi assenti oggi Carlo Freccero, portavoce della Commissione Dubbio e Precauzione, il filosofo Massimo Cacciari e l’ex leader dei portuali Stefano Puzzer a casa «con febbre e tosse».
Puzzer entrerà nel Comitato di Liberazione promosso dalla Commissione DuPre. Fino al 30 marzo, però, non potrà andare a lavoro. «Dopo vedremo, magari questo regime dittatoriale sarà caduto», ci dice. A casa anche l’ex vicequestora Nunzia Schilirò (già positiva) che a Open conferma la sua contrarietà al «Green pass, super e mega che sia», e Marco Liccione, il leader della Variante torinese, che è in isolamento col Covid. In piazza, invece, il giurista e professore universitario Ugo Mattei che, confermando di non essersi vaccinato, dice di temere per il suo futuro da docente: «Se le cose non cambieranno, allora vorrà dire che dovrò lasciare l’insegnamento. La mia speranza, però, è che tra alcuni mesi Draghi sia stato cacciato a pedate e si sia costruita finalmente un’Italia libera». Nel corso della manifestazione si sono registrate tensioni con la polizia (che ha fermato un tentativo di corteo dei No Green pass per le strade della città): «Brucerete all’inferno», «Vi disconosciamo come italiani, non siete più italiani», dice qualcuno tra la folla.
Foto e video di Fabio Giuffrida
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