Mario Draghi e il piano per l’obbligo vaccinale graduale ma per tutti
Il presidente del Consiglio Mario Draghi vuole un obbligo vaccinale generalizzato. Questo è il punto d’approdo della strategia iniziata con l’imposizione per gli over 50 nell’ultimo decreto Covid. Ma il piano del premier prevede una gradualità. La stessa che ha portato prima al Green pass per alcune categorie e attività e poi alla sua estensione progressiva e all’arrivo del Super Green pass. Mentre oggi alle 18 è in programma la conferenza stampa in cui spiegherà le ultime norme insieme a Franco Locatelli, Roberto Speranza e Patrizio Bianchi, Palazzo Chigi è pronto alla stretta progressiva in caso di peggioramento della pandemia.
La prossima tappa: gli over 40
Le prossime tappe, spiega oggi Monica Guerzoni sul Corriere della Sera, sono già segnate. L’obbligo per gli over 40 prima. Il superamento del Green pass base (quello che si ottiene attraverso un test del tampone ed è valido 48 ore) per tutti i lavoratori del pubblico e del privato poi. E infine l’obbligo per tutti. «Tutto quello che serve a convincere le persone a vaccinarsi si deve fare», è la tesi di Speranza. E anche il principio di fondo della strategia di Draghi. Che dovrà però riuscire a superare le opposizioni interne al suo stesso governo. Ovvero Lega e M5s. Con un occhio al Quirinale. E al suo piano per il Colle. Che prevede l’ok alla presidenza della Repubblica solo in cambio della garanzia di un governo bis che abbia i pieni poteri per proseguire il suo lavoro a Chigi.
Ma, spiega oggi Repubblica, in ogni caso nella conferenza stampa di oggi per Draghi sul Quirinale è previsto il low profile. Il quotidiano aggiunge che il presidente del Consiglio ha deciso di non accendere il clima con ulteriori esternazioni. E d’altronde a chi lo ha sentito il premier ha spiegato che la figura del “nonno al servizio delle istituzioni” che si è attribuito non equivale per forza a quella di un candidato al Colle. A differenza di Berlusconi, lui non vuole autopromuoversi. L’intendimento della vigilia è quindi quello di non affrontare nemmeno il tema o di schivare le domande che arriveranno. In attesa degli eventi. E del 24 gennaio che si avvicina.
La difesa del decreto
Il premier ha invece intenzione di entrare nel merito dell’ultimo decreto. Per spiegare che a differenza di quello che hanno scritto i giornali la logica non si è piegata alla mediazione politica, ma è stata frutto di scelte condivise con gli esperti. «Va spiegato che i provvedimenti non sono stati dettati da un compromesso politico ma sulla base dei dati scientifici, per proteggere gli ospedali», avrebbe detto ai suoi collaboratori secondo La Stampa. Draghi argomenterà che un nuovo lockdown avrebbe depresso l’economia e gettato nella disperazione la società italiana. Risponderà ai medici che hanno criticato le multe troppo basse per i No vax. E non cederà sulla scuola, anche se oggi un istituto su otto sarà chiuso e Campania e Sicilia vogliono ritardare il ritorno in classe.
La tesi del premier prevede la convivenza con il virus. La variante Omicron sembra essere meno aggressiva, ma la crescita dei contagi può portare lo stesso al collasso degli ospedali. Per questo è necessario spingere sulla vaccinazione. La tabella di marcia del generale Figliuolo è già tracciata: la prossima settimana si prevedono 580 mila somministrazioni quotidiane, che saliranno a 600 mila in quella successiva. Fino a fine mese si faranno così tra 11 e 13 milioni di iniezioni. In seguito all’entrata in vigore dell’obbligo per gli over 50 d’età il commissario ha inviato una circolare alle Regioni per sollecitarle ad attivare spazi e finestre straordinarie per gli ultracinquantenni. Senza alterare le agende delle somministrazioni già definite: aperture di prenotazioni dedicate, «in numero adeguato»; maggior coinvolgimento dei medici di medicina generale; accesso senza prenotazione.
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