Scuola, i prof No vax sono 5 mila. Presidi: «Senza scuola i genitori non possono lavorare. Avremmo preferito rimandare l’inizio»
Subito dopo la conferenza stampa di Mario Draghi, molto incentrata sul tema istruzione e durante la quale il premier ha ringraziato il personale scolastico, il presidente dell’Associazione nazionale presidi è intervenuto ai microfoni di Rainews commentando le parole del premier. «Ho apprezzato il suo riconoscimento», ai dipendenti del settore, ha detto Antonello Giannelli. Sottolineando, però, che avrebbe fatto una scelta diversa rispetto a quella del governo, che non ha voluto differire il rientro in classe per gli studenti. «Noi siamo sempre stati per la scuola in presenza, ma un differimento di 2-3 settimane sarebbe stato preferibile per minimizzare il numero di classi in Dad in un momento dove i contagi crescono». Giannelli è tornato anche sulla questione dei docenti non vaccinati che si temeva avrebbero messo in difficoltà gli organici degli istituti. «Io ho fatto delle stime che erano leggermente sovradimensionate rispetto a quelle del ministro Bianchi». Il titolare del dicastero dell’Istruzione, sempre nella conferenza stampa del 10 gennaio a Palazzo Chigi, ha riferito che gli insegnanti non vaccinati ammontano allo 0,72 per cento del totale. «C’è stato un certo impatto sul servizio ma nulla di catastrofico. Sono anche abbastanza soddisfatto del numero dei prof No vax, che sono 5 mila in tutto».
I numeri del primo giorno di scuola
All’Adnkronos, Giannelli ha fatto il bilancio della prima giornata di apertura delle scuole dopo le festività: «Il primo giorno era assente il 10 per cento del personale scolastico, circa 100 mila persone fra docenti ed Ata». Tuttavia, ha chiarito che si tratta di stime grossolane che a livello nazionale vedono la regione Lombardia, in testa con circa 10 mila assenti». Per quanto riguarda la popolazione studentesca, «alle secondarie superiori, le stime sono di circa un 10 mila di studenti assenti. Negli ordini inferiori meno, perché è più problematico lasciare i bambini in casa. Ma molte regioni hanno cominciato oggi e la Campania, che ha i numeri più alti, è rimasta chiusa. Per cui le cifre sono molto più alte di quanto avrebbero potuto essere. Abbiamo registrato casi, come in un liceo della Capitale, di un 25 per cento di studenti assenti, ed altri con meno del 10 per cento. In Ddi stimiamo che complessivamente siano andate meno del 10 per cento di classi, circa 30 mila». Giannelli ha anche spiegato che i presidi avrebbero preferito rimandare l’inizio della scuola: «Draghi ha confermato la posizione del Governo, perfettamente legittima. Io sono di avviso diverso, avrei preferito rinviare di qualche settimana ma evidentemente non era possibile ignorare la forte spinta sociale, forse maggioritaria, di tutto il paese per la scuola in presenza. Senza scuola i genitori non possono lavorare. Draghi se ne è fatto portavoce».
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