Silvia Roggiani: la segretaria del Pd di Milano minacciata di stupro per una frase sulle violenze
Che accada non è una novità – citofonare Laura Boldrini, che infatti ha fatto arrivare la sua solidarietà e sottolinea quanto l’accaduto possa essere ascritto a uno dei terribili meccanismi della la Bestia di ieri e di oggi. Questa è la volta della segretaria Pd di Milano Silvia Roggiani. Per lei si invoca lo stupro e le si augura di vivere quanto meno quello che hanno vissuto le ragazze molestate in piazza Duomo a Milano a Capodanno. La sua colpa? Quella di avere descritto l’accaduto così: «Violenze sono spesso figlie di una società patriarcale e che, per questo, serve un intervento a partire dalla scuola». Una frase estrapolata dal viceministro della Lega Alessandro Morelli e immortalata in un post sul suo account Facebook.
Violenze e società patriarcale
Con il seguente commento: «Fanno arrivare qui decine di migliaia di persone senza alcun controllo né preoccupazioni su come possano integrarsi, poi però se succede qualcosa è colpa della “nostra società” (?) e del “patriarcato”. Ma per favore!». Insomma, bisognava gridare all’invasione. Altro che patriarcato. E i commenti che arrivano sono tra i più beceri. La colpa di Roggiani, in una frase estrapolata da un contesto più articolato, è quella di parlare di «società» invece dell’operato delle cosiddette «risorse boldriniane». E per questo la dem si vede indirizzare vari e variegati auguri di stupro da parte di molti commentatori. A fronte del silenzio e dell’inazione, per almeno 24 ore, dell’autore del post.
Post vs post
«Ogni giorno succede a centinaia di donne, ieri è successo a me», denuncia sul suo profilo la stessa Roggiani, che racconta di essere stata «travolta dalle offese». Alla segretaria del Pd milanese è arrivata la solidarietà di tutto il suo partito, a cominciare dal leader Enrico Letta. E Morelli? Roggiani lo accusa di «restare in silenzio». Di fatto interviene dopo 24 ore raccontando di aver «prontamente rimosso gli insulti». E però tenendo il suo punto: non definirebbe mai quelle frasi come «figlie di una cultura patriarcale». Per «non sminuirne la gravità».
«Evidentemente ha ben imparato dalla Bestia», affonda Roggiani citando la nota macchina di propaganda social di Matteo Salvini. «Sotto il suo post ho collezionato inviti allo stupro, minacce e insulti da parte dei suoi attivisti. Il viceministro forse si è dimenticato che scegliere di non intervenire è sempre una scelta. Il silenzio è sempre complice. E i commenti sono stati lasciati lì in tutta la loro violenza. Morelli sicuramente interessato a prendere like ha denunciato, giustamente, la violenza di capodanno, ma poi cosa fa quando si inneggia allo stupro sui suoi profili? Silenzio. Viceministro Morelli, lei rappresenta il governo di questo Paese. Non so se deciderà di vergognarsi per questa cosa. Ma si ricordi che in democrazia bisogna dire quello che si pensa ed essere liberi di poterlo fare. Lei da che parte sta?».
La reazione di Morelli
«Assurdi e da condannare gli insulti via social all’indirizzo della segretaria del Pd milanese, comparsi sotto un mio post Facebook e prontamente rimossi», risponde Morelli dopo un lasso di tempo che viene ritenuto significativo da parte di chi ne critica il comportamento. «Parole vigliacche e deprecabili, che io non definirei mai ‘figlie di una cultura patriarcale’ per non sminuirne la gravità. Per questo lavorerò con i colleghi, anche del Pd, affinché simili condotte vengano perseguite come meritano in tutti gli ambiti». E ancora: «Mi sarebbe però piaciuto vedere la stessa indignazione anche nei confronti delle violenze di cui numerose ragazze sono state fisicamente vittime in una città ormai fuori controllo. Sono certo che, dopo il ‘disorientamento’ iniziale, anche il Pd milanese sarà pronto a fare la sua parte, senza tentare operazioni mediatiche che distolgano l’attenzione dell’opinione pubblica dai gravissimi fatti di Capodanno».
«La bellezza del post incriminato è che, mutatis mutandis, Morelli ha usato le stesse armi del branco “milanese” ottenendo inviti allo stupro, bodyshaming, auguri di subire la stessa sorte per l’esponente PD. vuole davvero che si creda nella sua ingenuità e buona fede? spero siano stati fatti gli screenshot e parta una denuncia…», commenta un’utente. «Ognuno di noi risponde per quello che scrive, non per quello che commenta la gente che spesso neppure conosce», lo difende il vicepresidente alla Camera del Carroccio Fabrizio Cecchetti. «Ogni attacco o critica del Pd milanese, lombardo o nazionale è pretestuosa e strumentale. Dobbiamo ricordare agli amici del Pd che ogni giorno su Facebook tanti ‘compagni’ invitano a uccidere il nostro segretario Matteo Salvini?».
In copertina ANSA/Mourad Balti Touati | Silvia Roggiani incontra i cittadini alla Balera dell’Ortica per la candidatura di riconferma a sindaco per Beppe Sala a Milano, 19 giugno 2021.
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