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Ciciliano (Cts): «Genitori e prof devono dichiarare l’esito positivo dei test fai-da-te»

11 Gennaio 2022 - 09:08 Redazione
fabio ciciliano cts
fabio ciciliano cts
L'appello del membro del Comitato Tecnico Scientifico: «Serve responsabilità, evitiamo di portare in giro il virus»

Un appello ai genitori e ai professori: i test fai da te vanno dichiarati. È quello che fa oggi il componente del Comitato Tecnico Scientifico Fabio Ciciliano in un’intervista rilasciata al Il Messaggero. «C’è poco da dire, serve responsabilità. Specie ora che l’epidemia ha una circolazione altissima ma porta manifestazioni cliniche in gran parte meno forti del passato, anche con più asintomatici. La responsabilità diventa uno strumento di prevenzione al pari delle mascherine o del distanziamento, necessaria per evitare la circolazione virale. Oggi la cosa importante non è solo guarire e non ammalarsi, ma anche evitare di portare in giro un virus che, non va dimenticato, se impatta sul sistema sanitario penalizza tutti. Non è il tempo di rilassarsi», dice Ciciliano.

Sulle scuole: «Quando hai un’incidenza di 1700 casi ogni 100mila abitanti è ovvio che ci sarà una penetrazione del virus anche nelle scuole – rimarca – Ma è impensabile chiuderle preventivamente. Non per un’opposizione ideologica alla Dad, piuttosto perché parliamo di uno strumento di emergenza. Che è bene resti tale. Se i nostri ragazzi non vanno a scuola in presenza perdono di competitività. Tenerli in classe è insegnargli a vivere. Se c’è un contagiato è giusto prendere le misure di emergenza necessarie. Ma in assenza di positivi in aula chiuderle tout court non va bene». Infine il fronte dei governatori. De Luca parla di studenti-cavie ed Emiliano invita i genitori a fare ricorso al Tar se non è garantita la Dad.

«Con grande probabilità conoscono meglio di tutti la loro realtà territoriale, ma è innegabile che la chiusura delle scuole è la strada più semplice in questo momento. Non si può fare – avverte – Siamo l’unico Paese che in questo momento parla di applicarla. Tutte le altre attività sono aperte. Che senso ha non mandare i nostri ragazzi in classe per poi permettergli di incontrarsi in piscina o al bar?». Infine, la critica sui protocolli: «Il protocollo che il governo ha varato, e anche quello precedente che ha introdotto i cosiddetti T0 e T5, non sono passati per il Cts. Ma io credo che può anche essere giusto che la politica si prenda la responsabilità di decidere mediando tra le diverse necessità del Paese», risponde Ciciliano.

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