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Omicron contagerà quasi tutti: «Ma per i vaccinati sarà come l’influenza»

13 Gennaio 2022 - 06:41 Redazione
sergio abrignani
sergio abrignani
L'immunologo Abrignani: più trasmissibile della Dalta, ma causa una malattia meno aggressiva. Possiamo cambiare la vita quotidiana, ma...

Omicron contagerà tutti o quasi. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che oltre il 50% degli europei potrebbe essere contagiato dalla nuova variante Covid nelle prossime sei-otto settimane. Mentre secondo Anthony Fauci, immunologo e consigliere per la pandemia per Biden, «Omicron alla fine troverà quasi tutti» grazie al suo grado di trasmissibilità senza precedenti. Ma, spiega oggi l’immunologo e membro del Comitato Tecnico Scientifico Sergio Abrignani al Corriere della Sera, per i vaccinati sarà come l’influenza. Che comunque, avverte Abrignani, «infetta ogni inverno milioni di persone, è letale in circa lo 0,1% (1 per 1000) dei casi ed è pericolosa soprattutto per gli ultra 70enni con patologie croniche importanti».

E questa è la differenza fondamentale con SARS-CoV-2: «Fino alla primavera del 2021, prima dell’uso estensivo dei vaccini, il Covid in Italia era letale nel 2-3% dei casi, avevamo al picco ogni giorno 30-40 mila infezioni e 700-900 morti. Il 12 gennaio, con circa il 94% della popolazione ultra 60enne vaccinata con almeno due dosi e molti con tre, e con la variante Omicron che ha preso il sopravvento, la media settimanale è di 172.500 casi e 216 morti al giorno, quindi una letalità dello 0,12%». Ma in ogni caso non ci sono abbastanza dati: «Come numero assoluto i pazienti colpiti da Omicron sono tanti di più perché questa variante è molto, molto più trasmissibile di Delta, ma sembrerebbe che sia causa di una malattia meno aggressiva. Non possiamo dare la risposta definiva in quanto i dati sono preliminari».

In ogni caso con Omicron è possibile la strategia del contenimento: «Anche Spagna, Portogallo e la Gran Bretagna stanno andando verso questa direzione. Molti Paesi, chi più chi meno, stanno razionalizzando la possibilità di un ritorno a una nuova normalità di vita con meno restrizioni e un certo numero “accettabile” di morti. Siamo pronti in Italia, dopo il picco atteso per fine gennaio (quando la curva dei contagi dovrebbe scendere) a tollerare 3-4 mila decessi per Covid al mese per 4-5 mesi l’anno in cambio di una vita di nuovo “normale”?».

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