Scuola, la denuncia dei sindacati: «Le mascherine Ffp2 non sono arrivate da nessuna parte»
Le mascherine che vanno usate obbligatoriamente a scuola, le Ffp2, non sono ancora state consegnate a nessun istituto. A denunciarlo è Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola. «Sembra che non siano arrivate da nessuna parte», ha detto, ricordando che la struttura commissariale anti Coronavirus le dovrebbe garantire, da decreto, «almeno alle scuole dell’infanzia e agli insegnanti di sostegno». Secondo l’articolo 16 del testo, infatti, il commissario dovrebbe provvedere alla fornitura dei dispositivi «al personale preposto alle attività scolastiche e didattiche nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado, dove sono presenti bambini e alunni esonerati dall’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie». Diverse scuole le avevano già acquistate dopo l’entrata in vigore delle nuove regole, ma «ora occorre pensare agli istituti che ne sono sprovvisti sulla base dei riscontri del monitoraggio». E a proposito di monitoraggio, Gissi ha detto che domani, 17 gennaio, il sindacato chiederà «formalmente al Ministero i dati del monitoraggio a una settimana dalle riaperture, in attesa della convocazione del tavolo permanente che ancora non è stato convocato». A una settimana dalle riaperture, dunque, «permangono numerose criticità»: «Dobbiamo fare del tutto perché la scuola resti aperta, ma senza soluzioni posticce».
Immagine di copertina: Ansa/Matteo Corner
Leggi anche:
- Bianchi: «Il disastro annunciato sul rientro a scuola non c’è stato». Ma ora il problema è su come far tornare in classe i guariti
- La maestra che insegnava da 21 anni con una falsa laurea a Varese
- Sicilia, a Palermo e Agrigento si torna in classe: il Tar riapre le scuole chiuse dai sindaci
- De Luca boccia Draghi: «Conferenza sconcertante e demagogica: ha parlato mezz’ora di Dad che nessuno ha chiesto» – Il video
- Scuola, Bianchi tiene il punto: «Nessuna chiusura: ma la Dad non è il demonio». Torna l’ipotesi dei vaccini negli istituti