Quirinale, si sfilaccia il patto del monolocale? Conte adirato per le dichiarazioni di Bettini
C’era una volta in cui l’asse politico tra Movimento 5 stelle e Partito democratico si reggeva sugli incontri nel più famoso monolocale di Roma. Una volta, perché adesso Goffredo Bettini in quel monolocale non ci abita più: si è trasferito in un appartamento più spazioso nel quartiere Salario. Gli equilibri tra l’uomo ombra del Pd capitolino e Giuseppe Conte, però, erano rimasti inalterati nonostante il trasloco: visite e telefonate tra i due hanno continuato a rinvigorire la fiamma tra grillini e Dem, accesasi durante la scorsa crisi di governo. Oggi, però, il pontiere del Pd ha riservato una doccia fredda al leader 5 stelle: Conte «è in un momento di notevole difficoltà. Uomo leale, che apprezzo, ma più leader di governo che capo di un partito».
Il patto del monolocale rischia di saltare
Il ritratto fatto al Corriere della Sera non è piaciuto al presidente pentastellato. Il quale ha fatto trapelare la sua stizza nelle riunioni che sta intrattenendo in queste ore. L’Adnkronos parla di ira e amarezza di Conte per le frasi del dirigente Pd. «Parole inattese e pesanti», dicono fonti vicine al leader grillino. Soprattutto alla luce di un rapporto di amicizia tra i due che si è cristallizzato anche nell’apparizione pubblica di Conte alla festa di compleanno di Bettini, lo scorso 5 novembre. Una festa che fece discutere perché sembrava più un summit per discettare di Rai e Quirinale: diversi parlamentari del Movimento contestarono la scelta di Conte di intrecciare l’immagine dei 5 stelle a quello che definiscono vecchio establishment della politica, «la casta».
«Nei politici di lungo corso manca la lealtà»
Oggi, dopo l’intervista di Bettini, i portavoce del Movimento tornano ad alzare la voce contro quello che possiamo definire il patto del monolocale tra Conte e l’ex eurodeputato Pd: «La verità – riferisce una fonte autorevole del M5s – è che oltre alla gente comune, anche tutti i politici riconoscono Conte come uomo leale. Ma è proprio la lealtà che spesso manca nei politici di lungo corso, abituati ai giochini della vecchia politica». Dopo la diffusione pubblica del malcontento contiano, a ruota, sono iniziate a comparire dichiarazioni dei parlamentari grillini: «Lasciano perplessi le parole espresse sulla leadership del presidente Conte da parte di un nostro alleato. Gli altri partiti, da sempre, giudicano le dinamiche del Movimento come se fosse un partito tradizionale, preda di correnti e personalismi. Hanno sempre sbagliato e sbagliano anche ora», scrive Riccardo Ricciardi in una nota.
L’avvertimento dei 5 stelle
«Il nuovo corso di Conte non è un cambio di leadership come accade nei partiti tradizionali, dove tutto avviene all’interno delle segreterie: è una radicale rifondazione di una realtà complessa e innovativa come il Movimento 5 Stelle», aggiunge il vicepresidente contiano. Poi, l’avvertimento: «Agli alleati e a tutte le forze politiche ricordiamo che siamo la prima forza in Parlamento. Nessuno creda che si possa eleggere il presidente della Repubblica e, conseguentemente, garantire una continuità di governo senza il Movimento». Pare che Conte abbia manifestato risentimento anche per la fuga in avanti di Bettini sul Quirinale: il Dem ha parlato di due nomi veramente papabili, o Mario Draghi o Sergio Mattarella.
Il dietrofront di Bettini
Ma mentre nelle chat dei parlamentari divampa il caos, arriva una sorta di chiarimento di Bettini: «Ho sempre creduto e credo soprattutto che nelle prossime ore il rapporto tra il M5s e il Pd sia fondamentale per ricercare la soluzione più autorevole e unitaria circa la presidenza della Repubblica. Nella sintesi del mio pensiero, riportata oggi dal Corriere della Sera, c’è il rischio di un fraintendimento. Lo voglio chiarire nel modo più netto. Ritengo il lavoro che sta svolgendo Conte prezioso per il suo Movimento e per la stabilità della democrazia italiana. Stimo Conte umanamente e politicamente». Una specifica che, tuttavia, è arrivata soltanto dopo la contestazione contiana.
Conte riunisce i vertici grillini per il Quirinale
Sarebbe stata la dichiarazione del ministro Stefano Patuanelli – «Se l’unità d’intenti in vista del Quirinale è rappresentata da interviste e colloqui rilasciati alla stampa in cui si esprimono giudizi sul Movimento e il suo leader politico, cosa che non ci permettiamo di fare specialmente in questa fase, direi che la direzione di marcia della coalizione non è quella giusta» – a sollecitare un intervento riparativo del pontiere. Intanto, in serata, Conte riunirà i vertici del Movimento per fare il punto del Quirinale. Vi prenderanno parte i ministri Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli, Fabiana Dadone e Federico D’Incà, i capigruppo di Camera e Senato David Crippa e Mariolina Castellone e i quattro coordinatori nazionali Alfonso Bonafede, Chiara Appendino, Fabio Massimo Castaldo e Gianluca Perilli. Appuntamento alle ore 22.
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