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Antonella Viola e la vita con la scorta: «Prima rimanevo a lavorare fino a tardi, i No vax non sono tutti violenti»

18 Gennaio 2022 - 06:45 Redazione
antonella viola maneskin concerto circo massimo
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La professoressa racconta come è cambiata la sua vita dopo le minacce

La professoressa Antonella Viola, ordinaria di patologia generale al dipartimento di scienze biometriche dell’università di Padova, è sotto scorta. Ha ricevuto minacce e un proiettile dai No vax. E oggi racconta al Corriere della Sera com’è vivere sotto tutela: «Beh, essere sempre accompagnata impatterebbe sulla vita di chiunque. Sulla mia che ero molto abituata a star sola, a fare lunghe camminate sull’argine, oppure sport, shopping, andare al lavoro da sola… Insomma: è tutto molto strano». Viola fa sapere di aver cambiato abitudini di vita: «Prima rimanevo al lavoro fino alle otto di sera, per esempio, adesso cerco di staccare prima e andare a casa. Anche loro devono tornare dalle loro famiglie e mi dispiace farfare loro tardi. Pensi che sabato sono rimasta chiusa in casa tutto il giorno». Perché ha paura? «No. È che mi faccio scrupolo a sacrificare il loro tempo. In condizioni normali il mio sabato sarebbe stato una passeggiata in centro di pomeriggio, magari un aperitivo e poi da qualche parte a cena. Ma non me la sento proprio di far passare una giornata così anche a loro. Sperando che tutto questo duri poco… Se poi dovesse essere una condizione a lungo termine rivedrò il ragionamento».

Infine, sugli anti-scienza che la minacciano: «Io faccio dei distinguo. È vero che ci sono i No vax ma non vanno confusi con i violenti. L’altro giorno, per dire, mi ha scritto una signora no vax per dirmi, in tono molto garbato, che le dispiace per le mie limitazioni ma che anche lei si sente limitata nella sua libertà e che ha paura perché gli scienziati sono umani e possono sbagliare». La risposta è stata questa: «Le ho scritto che quel poco di libertà che lei ha dipende dal fatto che tante altre persone si sono vaccinate, perché se tutte avessero fatto come lei oggi saremmo alla guerra civile. E le ho detto di fidarsi di noi, come si fida del conducente del treno che prende o dell’ingegnere che ha costruito la sua casa» .

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