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La Catalogna dice addio al coprifuoco dopo 5 settimane e anche al Green pass nei locali

18 Gennaio 2022 - 14:21 Redazione
La misura verrà eliminata dalla strategia anti Covid del governo catalano a partire da venerdì 21 gennaio. Rimane però il divieto di apertura per discoteche e locali notturni

A partire da venerdi, 21 gennaio, in Catalogna si dirà addio al coprifuoco notturno dopo cinque settimane. La decisione è stata comunicata al termine di una riunione di governo durante la quale però si è anche stabilito di mantenere tutte le altre misure anti Covid finora in vigore. Locali notturni chiusi, incontri limitati al numero di 10 persone, capienze contingentate e obbligo di pass sanitario in ristoranti, palestre e Rsa. A partire da venerdì prossimo invece la regola del coprifuoco notturno tra l’una e le sei non limiterà più gli spostamenti della popolazione, legata alla restrizione dall’inizio delle scorse vacanze natalizie. La misura aveva riguardato tutti i comuni con più di 10 mila abitanti e con un dato del tasso di incidenza superiore ai 250 casi per 100 mila abitanti. Così per tutte le località confinanti. Il risultato era stato quello di avere più dell’80% della popolazione catalana sotto coprifuoco. La decisione di alleggerimento però non ha messo d’accordo tutti. «Senza coprifuoco notturno sì ma con i locali chiusi». I malumori più forti provengono dai gestori di discoteche e locali notturni. «Siamo delusi», riportano alcuni di loro su Lavanguardia, «l’abolizione del confinamento notturno associato al mantenimento della chiusura degli stabilimenti provocherà il proliferare di feste e bottiglie illegali. Senza contare poi il non rispetto della limitazione a dieci persone che senza dubbio si verificherà».

«Si valuta l’addio a Green pass obbligatorio»

Il governo catalano aveva stabilito nuove misure anti Covid fin dalla scorsa vigilia di Natale e ora tira le somme di un’azione di contenimento che sembra aver funzionato. «L’obiettivo era ridurre al minimo le conseguenze della variante Omicron» spiegano dall’esecutivo, «e pur non avendo raggiunto ancora il picco, tutte le tendenze indicano il rallentamento dell’ondata». Per questa ragione le restrizioni verranno riviste settimanalmente «e non più ogni due settimane come avveniva». Le valutazioni in corso riguardano anche l’obbligo di Green pass. Il governo è in attesa di un parere del Comitato scientifico consultivo sulla necessità di mantenere la direttiva o se alleggerire anche questo fronte. Quello che sembra essere certo per ora è che l’obbligo durerà almeno fino al 28 gennaio. «L’intenzione è quella di mantenere le restrizione per il tempo minimo necessario», ha spiegato la portavoce dell’esecutivo Patricia Plaja. «Non ritarderemo quando le misure possono essere ridotte o eliminate», ha continuato ricordando però lo stato attuale della curva epidemiologica del Paese. «L’alto numero di contagi, 48.000 secondo l’ultimo conteggio giornaliero, continua ad avere un forte impatto sulle cure primarie. Le previsioni più pessimistiche sulle UTI per fortuna non si sono verificate», continua Plaja, «ma il fatto che ci siano più di 500 pazienti critici per una singola malattia non è una buona notizia. È scioccante se diamo un nome a ogni paziente e pensiamo alle loro famiglie».

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