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La mitica squadra di bob della Giamaica torna alle Olimpiadi invernali, a Pechino con tre team: «Sarà fuoco sul ghiaccio»

18 Gennaio 2022 - 17:01 Valerio Berra
Comincia una nuova fase per una delle storie olimpiche più famose. Una storia che per qualche anno si è incrociata anche con il cinema e la televisione italiana

Spiagge caraibiche, clima tropicale e una popolazione con meno di tre milioni di abitanti. E in tutto questo tre squadre di bob su ghiaccio pronte a correre alle Olimpiadi Invernali di Pechino che inizieranno il prossimo 4 febbraio. È la prima volta che così tante squadre riescono a centrare la qualificazione. In pista ci saranno i due team maschili composti da quattro e due bobbisti. Oltre a loro si è qualificata anche un’atleta per la corsa femminile in singolo. La nazionale di bob non ha ancora rivelato da chi sarà composta la squadra a quattro ma su Twitter ha lanciato un messaggio chiaro: «Sarà fuoco sul ghiaccio».

Al netto del risultato sportivo, la storia della nazionale di bob della Giamaica è una delle più celebri negli annali delle Olimpiadi e nell’archivio degli spot pubblicitari italiani. La prima partecipazione di questa nazionale risale infatti all’edizione del 1988, in Canada. Un evento eccezionale, visto che in Giamaica manca uno degli elementi fondamentali per permettere l’organizzazione di questo sport: la neve. Eppure alla fine degli anni ’80 due statunitensi che lavoravano in questo Paese decisero di dare inizio a una delle migliori storie sportive mai scritte.

«L’idea di creare la squadra fu di due statunitensi, George Fitch e William Maloney, che avevano affari e legami familiari con la Giamaica. Videro una gara di “carretti” e pensarono che somigliava al bob, eccetto per il ghiaccio. Poiché la partenza è una parte molto importante della gara e la Giamaica ha così tanti velocisti, pensarono di poter reclutare qualcuno degli atleti delle olimpiadi estive, ma questi non stravedevano per l’idea. Si rivolsero all’esercito e proposero l’idea al Colonnello Ken Barnes».

Queste parole sono di Devon Harris, uno dei quattro bobbisti che parteciparono alle Olimpiadi invernali in Canada. La prima gara fu un disastro. Tutta la squadra si cappottò a 120 chilometri orari, a pochi metri dal traguardo. Le immagini che potete vedere qui sotto sono notevoli. Il bob strisciò per diversi metri contro le pareti di ghiaccio, gli atleti ne uscirono illesi spingendo il mezzo a mano e salutando il pubblico. Nel 1993 a tutta l’impresa è stato dedicato un film prodotto dalla Disney: Cool runnings, tradotto in Italia come Quattro sottozero.

Lo sbarco sulla televisione italiana

Già la vicenda sarebbe curiosa così. Nel 2001 però la storia della nazionale giamaicana di bob si è arricchita di un nuovo capitolo. In quegli anni la Fiat stava lanciando una nuova vettura, il Doblò, un’auto famigliare simile a un veicolo di lavoro. Torino intanto si stava preparando alle Olimpiadi invernali del 2006. Per pubblicizzare il Doblò venne scelto quindi il team giamaicano. Scelta azzardata? Forse, ma efficace. Il sodalizio fra la casa torinese e la nazionale di bob più improbabile nella storia continuò per altri dieci anni, in cui venne realizzato anche uno spot dedicato alla Panda e uno per un nuovo modello della Doblò. E non solo: alle Olimpiadi 2006 la Fiat divenne anche lo sponsor ufficiale della squadra, con il logo ben disegnato sulla fiancata del bob con i colori della Giamaica.

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