La studentessa Usa violentata a Roma con la droga dello stupro: «Bloccata per ore in un letto»
Una studentessa americana di 19 anni ha denunciato una violenza sessuale in un locale di Testaccio. La ragazza, che frequenta la John Cabot University, ha raccontato di essere stata stuprata il 15 ottobre scorso dopo essere stata drogata. Probabilmente con il Ghb, la droga dello stupro. Per l’accusa c’è un indagato: un uomo di 30 anni. Ma la perquisizione in casa ordinata dalla pubblica ministera Eleonora Fini è andata buca: di lui non c’è più traccia. Si è volatilizzato, spiega oggi Il Messaggero, insieme a gioielli e soldi della ragazza. E adesso gli investigatori lo stanno cercando. Mentre l’ospedale ha confermato la violenza sessuale subita dalla ragazza.
La storia comincia quando la ragazza decide di restare all’Alibi quel 15 ottobre mentre le amiche vanno via in taxi. Un ragazzo, come ha raccontato lei stessa, le offre da bere. Lei accetta, beve e subito dopo comincia a sentirsi debole. Anche se nel frattempo i due si sono spostati in un altro locale. E qui cominciano ad appannarsi i suoi ricordi. Si ritrova in una stanza buia con un uomo nel letto con lei. All’inizio cerca di capire dove si trova. Poi comincia a parlare e uno sconosciuto le risponde. Si ricorda del suo nome e le chiede come mai si trovi lì. Lei tenta una fuga ma il trentenne la trattiene per i vestiti. Poi lui cede, lei chiama un taxi e se ne va. Dorme per un paio di giorni. Poi il risveglio e la corsa in ospedale.
«Le mie amiche volevano tornare casa. Io non avevo alcuna voglia, ho chiesto di proseguire la serata. Ma le ho accompagnate fuori per chiamare il taxi. Poi, quando sono rientrata, i miei amici all’interno non c’erano più», ha raccontato lei nel verbale. «Dopo che la mia comitiva è sparita ho incontrato questo ragazzo, mi ha offerto da bere un cocktail che aveva già con sé. Ho iniziato a sentirmi, quasi subito, in modo strano». E ancora: «Lui sembrava essere un frequentatore abituale per come veniva trattato. Poi, mi sembra, ma non ne sono così certa, un paio di ragazze inglesi si sono avvicinate a me e mi hanno detto “stai attenta, stai attenta”. Non ho più altri ricordi di quella serata».
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