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Il regista di «Don’t Look Up» produrrà un film sull’assalto al Congresso. Ma è già polemica

21 Gennaio 2022 - 21:54 Redazione
Alcuni cittadini americani hanno detto di non essere ancora pronti per «la versione hollywoodiana di un evento così traumatizzante»

Nemmeno il tempo di far sedimentare i fatti sull’assalto al Campidoglio, a Washington, che Adam McKay ha tirato fuori dal cilindro un nuovo progetto. Si intitolerà J6 e sarà la ricostruzione cinematografica dell’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio scorso. Il regista del chiacchierato Don’t Look Up ha deciso di abbracciare il copione in veste di produttore. Sulla seggiola da direttore dei lavori ci sarà infatti Billy Ray, che in passato ha lavorato a pellicole come Il segreto dei suoi occhi, L’ultimo Tycoon, Flightplan, Richard Jewell e State of Play. «Billy ha scritto una sceneggiatura che non è solo straziante e terrificante, ma diventerà sicuramente il documento cinematografico definitivo di quel giorno straziante», ha fatto sapere McKay in una nota. 

Le polemiche

Ma c’è chi ha storto il naso: alcuni cittadini americani hanno detto di non essere ancora pronti per «la versione hollywoodiana di un evento che è stato collettivamente traumatizzante per gran parte del Paese». L’annuncio ha infatti scatenato le polemiche, specie nei confronti del papà di Don’t Look Up: in molti si sono detti esausti per il tipo di satira affrontata da McKay.

Quello che è stato definito da Joe Biden come «il peggior attacco alla democrazia americana dai tempi della Guerra Civile» diventerà un prodotto la cui sceneggiatura è stata già proposta a diversi studi e servizi di streaming. In questi giorni McKay, insieme agli altri produttori Todd Schulman, Josh McLaughlin, Cullen Hoback e Shane Salerno sono impegnati nelle trattative. Il film sarà diretto da Ray, che ha potuto offrire uno sguardo privilegiato sui fatti. Il regista si era recato a Washington pochi giorni dopo l’assedio, e aveva intervistato gli agenti di polizia Michael Fanone e Harry Dunn e i membri del Congresso rimasti intrappolati all’interno del Campidoglio. L’agente Michael Fanone ha contribuito al progetto come consulente per la sceneggiatura durante tutto il processo. «L’obiettivo era quello di raccontare una giornata memorabile dal punto di vista di chi l’ha vissuta», ha detto Ray.

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