Covid, il report Iss: «Rischio di morte 33 volte più alto tra i No Vax»
Il tasso di mortalità a causa del Covid è 33 volte più alto tra i No vax rispetto ai pazienti vaccinati. Il dato emerge dal rapporto esteso dell’Iss pubblicato oggi, 22 gennaio. Nel dettaglio l’Iss parla di 52,9 decessi per 100.000 abitanti tra i non vaccinati over 12 contro l’1,6 per i vaccinati con booster. Quanto al tasso di ricoveri, è di 31,3 casi ogni 100.000 per i non vaccinati, circa 39 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose booster che registrano un tasso di 0,8 ogni 100.000. «Il tasso di ospedalizzazione standardizzato – spiega il report dell’Istituto superiore di sanità – è di 248,5 ricoveri per 100.000 abitanti per i non vaccinati contro il 20,8 ricoveri dei vaccinati», circa 12 volte più alto. Sempre dal report dell’Iss emerge che nell’ultima settimana è cresciuta la percentuale dei casi segnalati nella popolazione di età scolare: si passa dal 20 per cento della scorsa settimana al 24 per cento «verosimilmente per la riapertura delle scuole e la maggiore attività di screening effettuata all’interno delle strutture scolastiche». Dall’inizio della pandemia al 12 gennaio scorso, sono stati segnalati 1.698.273 casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 11.573 ospedalizzazioni, 291 ricoveri in terapia intensiva e 38 morti.
Nell’ultima settimana – e questo è un dato da non sottovalutare – il 13 per cento dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini al di sotto dei 5 anni, il 38 per cento invece nella fascia 5-11 anni, il 48 per cento in quella 12-19. Frena la crescita del tasso di incidenza nelle fasce d’età 12-15 e 16-19 mentre aumentano i casi diagnosticati per 100.000 abitanti nella fascia 5-11 e nei bambini sotto i 5 anni. Per l’Istituto superiore di sanità, «sebbene il dato non sia ancora da considerarsi come consolidato», nell’ultima settimana «sembra rilevabile una diminuzione del tasso di ospedalizzazione in tutte le fasce di età 0-19». Il più alto tasso di incidenza a 14 giorni lo registra, infine, la fascia 20-29 anni: si parla di 5.541 casi per 100.000 abitanti, mentre la fascia d’età con un incremento maggiore nel periodo di riferimento è stata quella 10-19.
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