Assemblea M5s, Conte stoppa Draghi: «Il governo continui il suo lavoro». E indica scheda bianca al primo voto
I partecipanti sono oltre 210 e, come ci hanno abituato i 5 Stelle da quando è scoppiata la pandemia, la riunione si svolge rigorosamente su Zoom. È l’incontro della vigilia delle elezioni presidenziali e gli unici riunitisi dal vivo alla Camera sono Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, gli altri ministri e i capigruppo. Tutti gli altri, collegati da casa, aspettano di sapere dal presidente come si procederà domani, 24 gennaio. «Registriamo il venir meno della candidatura di Silvio Berlusconi. Era una candidatura del fondatore del centrodestra, presentata come la più rappresentativa – esordisce Conte -. Questo venir meno è un passaggio politico importante perché il M5s l’ha chiesto con fermezza per procedere alla condivisione di un’altra candidatura». «I numeri delle forze politiche richiedono un ampio dialogo – aggiunge nell’introduzione -. Crediamo che ciò possa essere un’opportunità per raggiungere la candidatura più ampia, condivisa di un presidente che non sia di parte. Abbiamo lanciato insieme al Pd e a Leu un invito a un tavolo finale con tutti i gruppi parlamentari. Un tavolo finale di decisione». Il presidente dei 5 stelle, poi, si è addentrato sul tema delle trattative avvenute in questi giorni. «Io stesso, vi confesso, ho avuto continui colloqui con i vari esponenti delle altre forze politiche. Alla luce del mandato che avete conferito a me e alla cabina di regia, abbiamo cercato di sviluppare un ragionamento politico che parte da un presupposto: noi non poniamo veti verso quelle personalità che hanno i requisiti di autorevolezza».
Il presidente rimarca le differenze con Pd e Leu
Conte ammette che «con gli amici di Leu e Pd abbiamo delle sensibilità diverse – e spiega -: noi non ci sentiamo di dire che non prendiamo in considerazione una candidatura che venga dal centrodestra. Noi ci sentiamo di dire che non accettiamo una candidatura di bandiera, con una forte caratterizzazione di un’area politica». Nessun veto. «Però chiaramente le nostre proposte sono proposte che pretendono di mantenere alta un’asticella. Questo ci pone in una situazione più disagevole perché non abbiamo tantissime carte da giocare. Ne abbiamo di meno, però abbiamo la consapevolezza che la consistenza numerica riequilibra questo nostro svantaggio di partenza».
Il governo Draghi deve proseguire il suo lavoro
«Rimanendo compatti, non potremo non essere decisivi. A differenza di altri, che si ritengono l’ago della bilancia». Conte ricorda la responsabilità di essere il gruppo parlamentare più numeroso. Ripete le problematiche che riguardano il Paese, dalla pandemia al caro energia, e allora chiosa: «È fondamentale garantire la continuità di questo esecutivo. I giornali, adesso, ci dicono quasi che un premier vanga l’altro. Sono venuti all’uno vale uno – scherza -, ma non è così. Nella nostra valutazione, che va al di là degli interessi dei singoli, questo governo deve assolutamente deve continuare a lavorare. Nessun veto rispetto a nessuno, vogliamo un candidato di alto profilo, ma il nostro ragionamento politico parte da questa premessa: questo governo deve continuare a lavorare».
Non bruciare Andrea Riccardi
«Fin qui è stata anticipata una candidatura di Andrea Riccardi. È una proposta che io stesso ho fatto nei giorni scorsi ai leader di Pd e Leu. È una proposta che non ha coloritura politica. Non è una candidatura di bandiera, come hanno scritto alcuni giornali. È una figura che teniamo lì, nei tavoli di confronto con le altre forze politiche. E allora, siccome promuoviamo questi incontri e nelle prossime ore intensificheremo questi scambi fino ad arrivare a un tavolo in cui si possa arrivare a un nome definitivo, non riteniamo opportuno mettere il nome di Riccardi nelle prime votazioni. Prima che questi scambi non abbiano comportato dei primi confronti, non è un nome che bruciamo».
Conte propone di inserire nell’urna le schede in bianco
«Ragionevolmente, ma ci sentiremo di nuovo perché abbiamo sempre bisogno di aggiornare le nostre valutazioni, ragionevolmente riteniamo e vi proponiamo di consegnare la scheda bianca domani». Facendo un appello all’unità del gruppo, «mostrare all’esterno che abbiamo un interesse comune», lascia parola agli interventi dei delegati grillini. Prende parola Generoso Maraia: «Condivido quando dice che “non poniamo veti”, ma “facciamo proposte”. Per le stesse ragioni che ci hanno portato a dare il sostegno al governo Draghi, il primo veto che deve cadere è quello sull’attuale presidente del Consiglio. La continuità di governo si può garantire attraverso un patto, un piano di riforme, e questo si può garantire anche se Draghi andrà al Quirinale con un accordo tra i partiti».
Molti parlamentari non condividono il ragionamento di Conte e chiedono di non precludere le porte del Quirinale a Draghi
Angela Raffa ricorda che il capo politico ha il compito di portare avanti la trattativa per il Colle e chiede, a tutti gli altri, di «smetterla di far comparire sui giornali le liti interne», anzi, «smentiamoli i giornali». Chiede un sacrificio ai suoi pari: «sarebbe facile ritirarsi sull’Aventino, ma la nostra rivoluzione gentile deve andare avanti». Dopo di lei, Dalila Nesci: «Non dobbiamo dire più “mai” – in riferimento al veto a Draghi -, perché non possiamo permetterci di essere smentiti un’altra volta. Non possiamo dare un messaggio di caos al Paese». Per Davide Serritella, ugualmente, «è giusto non porre veti – ma aggiunge un elemento – è importante lavorare a una legge elettorale proporzionale».
Conte prova a spiegarsi meglio, ma le correnti non seguono la sua direzione
Anche Gianfranco Di Sarno ritiene rischioso porre veti sul presidente del Consiglio. Ed è l’ennesimo parlamentare che, sotto questo punto di vista, non condivide la relazione di Conte, che aveva sottolineato la necessità di lasciare Draghi a Palazzo Chigi. Marialuisa Faro, altrettanto, invita il presidente a non porre alcun veto, «che come sappiamo negli ultimi anni ci hanno fatto esporre alla gogna mediatica. Abbiamo l’opportunità di non rifare questo errore ed essere più sinceri con i cittadini e spiegare le motivazioni di una nostra scelta». Conte ritorna a prendere parola dopo una serie di interventi sulla questione Draghi: «Le parole mi hanno servito male. Noi non poniamo veti, ripeto, ma facciamo proposte. Ma cerchiamo di scrivere l’agenda politica. Impegniamoci a riformare la legge elettorale, perché c’è un problema di rappresentanza dei cittadini. Affrontiamo questi temi. Evitiamo di chiamarlo esternamente patto di legislatura, chiamiamolo patti per i cittadini, altrimenti sembriamo semplicemente attaccati alla poltrona».
Alcuni accusano Draghi, dall’obbligo vaccinale alle restrizioni per la spesa
«Sono contento che si sia chiarito che non ci sono veti su nessuno», interviene Andrea Caso, interpretando le parole di Conte quasi come un ripensamento sul passaggio vietato di Draghi da Chigi al Quirinale. Alberto Zolezzi si mostra critico, invece, con il governo. «Troppo diviso», dice, facendo intendere che auspica un cambio di esecutivo. «Rischiamo di far collassare il servizio sanitario nazionale per questa regola dell’obbligo vaccinale. Sta collassando il servizio sanitario, ma anche il sistema delle forze dell’ordine per una legge che non c’entra nulla con il contagio. Chi non ha garantito l’unità nazionale da premier, forse non sarebbe in grado di fare il presidente della Repubblica».
I grandi elettori chiedono di tenere i nomi di Draghi e Mattarella come piani B
In linea l’intervento di Marco Bella: «Quello di Riccardi è un nome stupendo. Mi sembra perfetto come proposta. Bello non volerlo bruciare subito. Mi piace, Giuseppe, come stai gestendo questa cosa. Però, sui veti, tra me e te ce lo possiamo anche dire: non è che la pandemia sia stata gestita molto bene in questi mesi. Ok, questo governo deve andare avanti, ma deve cambiare consulenti e la linea sulla gestione sanitaria perché così non va bene. Possiamo farlo il patto per i cittadini, ma non possiamo dire loro cosa devono mettere nel carrello della spesa». Cristiano Anastasi: «Non sono un fan di Draghi, ma anche quello è il nome che potrebbe essere speso in una trattativa. Anche Mattarella è ancora in lizza. Sono piani B, teniamoli a mente».
Gianluca Vacca si dice d’accordo con la strategia di votare scheda bianca. Draghi «è il profilo più autorevole e credo che sia importante non mettere veti sul presidente del Consiglio al Colle, magari verificando le condizioni per far nascere un nuovo governo che continui le politiche necessarie». Poi, chiede a Conte un parere sul Mattarella bis. Il deputato Davide Zanichelli ritiene un bene il superamento degli orientamenti partitici per un ruolo monocratico come quello del presidente della Repubblica, «e come M5s ce la caviamo bene perché siamo in grado di discernere una figura di alto profilo a prescindere dal passato che lo contraddistingue». Ed è contento che Conte «al di là del non porre veti, sottolinei la necessità di continuare con Draghi a Palazzo Chigi, senza lasciare una casella vuota alla presidenza del Consiglio in questo momento».
Crippa critica la chiusura di Pd e Leu
Anche Sergio Battelli interroga Conte sul Mattarella bis, invitando il presidente a provare a sondare con gli altri lo spiraglio del secondo mandato per l’inquilino attuale del Quirinale. «Stiamo attenti alla quarta chiama – conclude Battelli -, perché il centrodestra con Italia Viva potrebbe votarselo da solo il presidente». Luigi Gallo, ancora, chiede a Conte di chiarire la sua posizione su Draghi. Alla fine, prendono parola i capigruppo. Il primo è Davide Crippa: «Sicuramente il tema è quello che noi abbiamo chiesto è di non mettere alcun pregiudizio sulla provenienza politica dei nomi. Le chiusure del centrosinistra non vanno nella direzione che avevamo concordato nel vertice. Dobbiamo finirla di giocare con uno schieramento chiuso rispetto al percorso di mediazione. La questione dell’attuazione del Pnrr e della gestione pandemica, dell’energia, dei ristori, pongono la necessità di liberare delle risorse».
«I ragionamenti che sono stati messi in atto fanno venire una seconda domanda. Un’interruzione dell’azione governativa in maniera asettica portano a una sospensione di almeno un paio di mesi. Due mesi di stop possiamo permetterceli? Dall’altro, serve uno scostamento di bilancio: possiamo fermare il governo? E apro una domanda a Giuseppe: colleghi, è evidente che qualora venisse individuato un presidente della Repubblica che potrebbe coincidere con il presidente del Consiglio, il Movimento come si comporta? C’è una complicazione ulteriore, perché credo che dovremmo passare da una consultazione della base per l’adesione a un nuovo esecutivo e per sceglierne chi ne farà parte. Noi dipendiamo da una votazione in rete. Non è così scontato che il M5s faccia parte di una nuova maggioranza. Allora, chiedo, come si affronta quella situazione lì?».
Conte torna a replicare alla batteria di interventi pro Draghi
Mariolina Castellone, come Crippa, si sorprende per «le dichiarazioni del Pd che chiudono al centrodestra. Bisogna dialogare con tutti», sottolinea. «Il patto per i cittadini non è il patto di legislatura. Anche con questo governo dobbiamo mettere insieme degli obiettivi da raggiungere». Riprende parola Conte. «Tocco due temi. Il primo è la continuità di governo: non si può pensare che se in questo momento, con l’obiettivo di preservare l’azione di governo, non possiamo fingere che un eventuale cambio di Draghi, elemento di massimo equilibrio, possa garantire continuità e stabilità. Non stiamo parlando di una maggioranza politica, stiamo parlando di un governo di unità nazionale, costruito sull’immagine di assoluto prestigio di Draghi. Hai fatto bene Davide a sollecitare una mia riflessione: nella nostra comunità, tutto questo potrebbe avere un impatto significativo. Non dimentichiamoci che i momenti di vita politica salienti sono soggetti all’espressione degli iscritti. Quindi, un nuovo esecutivo, ve lo dico con molta chiarezza, sarebbe sottoposto al voto della base. Dobbiamo tenerne conto».
«In questo momento – continua Conte -, dobbiamo preservare l’azione del governo. Non possiamo rincorrere i giornali che fantasiosamente cambiano le pedine dell’esecutivo. Prospettiva complessa e insidiosa per il Paese ma anche per noi. Sarebbe uno scenario difficile. State tranquilli, che in questo nuovo corso non ho mai accennato alla soppressione della democrazia diretta. Dobbiamo preservare Draghi, il premier Draghi, da chi lo tira per la giacca. Non possiamo inserirci in una prospettiva pubblica che appare a tratti altamente distorta per cui si può tranquillamente portare Draghi al Quirinale. No. Succede qualcosa e riguarderebbe i cittadini in un momento emergenziale».
Su Mattarella, il presidente 5 stelle chiarisce: «Il nostro non è un apprezzamento retorico. Per quanto riguarda la prospettiva di un rinnovo del mandato, comprendete bene che quella prospettiva richiede delle premesse. Il presidente Mattarella è una persona serissima. Le sue dichiarazioni pubbliche non si offrono ad ambiguità: il suo pensiero sul punto è molto chiaro. La seconda premesse è che si realizzi un’ampia maggioranza numerica. Non è un nome da mettere sul tavolo. È una prospettiva che affascina, ma ora non ci sono delle condizioni per offrire pubblicamente la proposta di un Mattarella bis».
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