Green pass, addio scadenza per chi fa la terza dose: il piano del governo per evitare la corsa ai tamponi
Ancora nuove regole in vista per i possessori di Green pass. Alla luce del taglio di durata dai 9 ai 6 mesi, deciso e previsto dal primo di febbraio, il provvedimento imminente sul tavolo del governo è quello di un allungamento della durata del pass sanitario per tutti i vaccinati con terza dose. La decisione mira a risolvere uno dei problemi che tra poco una buona parte della popolazione boosterata comincerebbe ad avere: per molti cittadini la Certificazione verde Covid-19 scadrà a metà marzo prossimo con l’assenza, almeno per ora, di qualsiasi indicazione su una possibile quarta dose da fare. Per queste ragioni il governo ora valuta l’idea di un prolungamento della validità del pass, almeno fino a quando non saranno prese decisioni sul proseguimento della campagna vaccinale.
Come cambia la Certificazione
Il via libera ai richiami è arrivato a metà settembre e secondo le stime del Ministero della Salute sarebbero circa 100 mila gli italiani che a metà marzo dovrebbero ricorrere al tampone per accedere nei posti di lavoro, alle attività essenziali e di svago. A maggio si arriverà a contare una quota complessiva di popolazione con booster ricevuto da oltre 6 mesi di circa 7 milioni di persone. La decisione dunque sembra essere logistica più che tecnica. Ma come spesso è accaduto nei mesi di pandemia, dovranno essere anche gli esperti del Comitato tecnico scientifico a dire la loro. Uno dei membri della prima ora, Fabio Ciciliano, sembra piuttosto favorevole all’ipotesi e definisce il prolungamento di scadenza «come la soluzione più logica al momento». L’altra ipotesi in ballo sarebbe anche quella di tornare indietro alla durata di 9 mesi. A quel punto il dietrofront che riguarderebbe soltanto i vaccinati con terza dose andrebbe in contraddizione con la riduzione a 6 mesi per gli immunizzati con due dosi.
Eventualità quarta dose
In quanto alla quarta dose ancora tutto tace. Le voci da aspettare sono quelle di Ema e Aifa, le agenzie regolatorie per i medicinali di Europa e Italia. Per ora l’idea più accreditata rimane quella di un pass sanitario senza scadenza per i vaccinati con booster e di un certificato valido 6 mesi per tutti gli immunizzati con due dosi. «Il Green pass è utile, ha portato tutti alla vaccinazione, tutti alla terza dose, a regolare flussi e sistemi, però nel tempo va anche personalizzato e reso tutto quanto più semplice», ha detto poche ore fa il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri commentando l’ipotesi sul tavolo del governo.
L’altra scadenza che preoccupa
Oltre ai pass sanitari della popolazione vaccinata con richiamo, c’è un’altra scadenza ancora più stretta che preme sulle decisioni del governo. Il 31 gennaio scadrà l’ordinanza che aveva imposto un tampone antigenico rapido per tutti coloro che entrano in Italia e provengono da altri Paesi Ue. La discussione aperta è su un possibile rinnovo o sull’ipotesi di lasciar cadere l’obbligo. «Al momento non si hanno novità sulle ordinanze in scadenza», avverte il ministero della Salute, che con buona probabilità finrà per seguire le decisioni già avviate sul piano europeo. La direttiva sul tavolo Ue sarebbe quella di permettere libero spostamento a tutti i vaccinati con almeno due dosi, ai guariti dal virus o a chi fornisce un test negativo. La bozza dell’intesa trovata dai 27 ambasciatori dei Paesi membri arriverà nella giornata di domani, 25 gennaio, al Consiglio Affari Generali e libera di fatto i cittadini europei a quarantene e svariati tamponi per viaggiare.
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