Quirinale, chiuso lo spoglio: le schede bianche sono 672. Crescono le tensioni sull’ipotesi Draghi al Colle
Si è conclusa intorno alle 20 la prima votazione per eleggere il prossimo presidente della Repubblica. I 1.008 grandi elettori si sono alternati alle urne di Montecitorio, a gruppi di 50 alla volta nel rispetto delle misure Covid, per provare a trovare l’intesa su un nome di maggioranza. Il quorum da raggiungere dei 2/3 corrisponde a 672 voti. Un numero che tiene conto della morte del deputato Vincenzo Fasano, sostituito a partire da mercoledì da Rossella Sessa (Fi). A mancare per ora è un accordo condiviso e, dunque, si è in una fase di stallo. Nessun partito – e nessuno schieramento – gode di numeri sufficienti per eleggere il prossimo inquilino del Quirinale. È per questo che i principali leader dei partiti, prima che cominciassero le operazioni di voto, hanno dato indicazioni di procedere con la scheda bianca. E a fine giornata la partita è ancora più che aperta.
I risultati dello spoglio: mancano più di 200 schede bianche
Si è chiusa con una fumata nera la prima votazione dei 1008 grandi elettori per eleggere il presidente della Repubblica. Come ha ricordato il presidente della Camera Roberto Fico proclamando i risultati dello spoglio, nessuno oggi ha raggiunto il quorum previsto dalla Costituzione dei due terzi dei componenti del collegio. Le schede bianche sono state 672. Quelle nulle 49. Da un rapido conto, si rileva che mancano più di 200 schede bianche (219 per l’esattezza). Se tutti i grandi elettori dei partiti di maggioranza più quelli di FdI avessero votato scheda bianca, come anticipato, i voti sarebbero dovuti essere pari a 891 e invece si sono fermati a 672. Per il resto, 36 voti sono andati a Paolo Maddalena, il candidato degli ex M5s, mentre 16 voti sono stati espressi per Sergio Mattarella. Tra gli altri, 7 grandi elettori hanno scelto Berlusconi, 9 Cartabia, 6 Bossi. E ancora: 2 voti per Amato, Casellati, Conte, Giorgetti. Domani, martedì 25 gennaio, è fissata per le 15 la nuova votazione. Mentre a partire da mercoledì, 26 gennaio, l’eventuale terza votazione sarà fissata alle 11 del mattino.
Lo spoglio
Si sono concluse poco dopo le 21 e sono durate circa un’ora le operazioni di spoglio della prima votazione. Il presidente della Camera Roberto Fico ha cominciato dopo le 20 a leggere una per una tutte le schede sulle quali i Grandi elettori hanno espresso il proprio voto. Le schede bianche sono state 672. Tra i primi nomi pronunciati da Fico, quello di Elisabetta Belloni, Umberto Bossi, Antonio Tajani, Alberto Angela e Amadeus. Secondo molti osservatori, si tratta di voti di protesta rispetto alla linea del proprio partito. Diversi voti sono andati anche a Paolo Maddalena, come da indicazione della componente del Misto uscita dal Movimento cinque stelle. Nel corso dello spoglio sono stati pronunciati anche nomi di perfetti sconosciuti, ovvero persone non note che però esistono, come è stato verificato a posteriori dagli uffici della Camera. Poco prima dell’inizio della lettura delle schede un imprevisto ha aggiunto un po’ di caos: è saltata l’elettricità e con essa il Wi-Fi e questo ha mandato in tilt uffici e sala stampa. La prima chiama è finita alle 19.12. Dopo una pausa di una manciata di minuti, è seguita la seconda chiama dei delegati di Regione e poi è cominciato lo scrutinio della prima giornata di voto.
January 24, 2022
Conte riunisce la cabina di regia
In tarda serata, dopo la proclamazione dei risultati di voto da parte del presidente della Camera Roberto Fico, Giuseppe Conte ha riunito la cabina di regia del M5s con i vicepresidenti, i ministri, i capigruppo e i coordinatori dei comitati. Secondo quanto si apprende, durante il vertice cominciato dopo le 22 il leader Movimento ha messo al corrente i suoi rispetto agli incontri e alle interlocuzioni avute nel corso della giornata di oggi.
Colloquio Draghi con Conte
Stando a quanto si apprende, oltre al colloquio con il segretario del Pd Enrico Letta, il premier Mario Draghi nella giornata di oggi avrebbe avuto anche un colloquio con il presidente del M5s Giuseppe Conte. Anche in questo caso, dalle due parti interessate è arrivato un secco «no comment».
Zaia: «Al momento non trattiamo su Draghi, ci aspettiamo di chiudere giovedì»
Al microfono del nostro inviato, Felice Florio, il governatore del Veneto Luca Zaia ha detto che al momento la trattativa su cui punta la Lega non include il nome del presidente del Consiglio. «Il segretario Salvini sta cercando di trovare la quadra a nome del centrodestra, al momento penso che giovedì potrebbe essere una giornata assolutamente cruciale».
Lupi: «Se c’è il no a Draghi bisogna trattare su altri nomi»
Il presidente di Noi con L’Italia Maurizio Lupi ha commentato gli ultimi rumors intorno all’indebolimento dell’ipotesi di Mario Draghi al Quirinale: «Matteo Salvini ha detto di preferire che Mario Draghi rimanga a palazzo Chigi, e altrettanto ha dichiarato Berlusconi. Ma se non vuoi Draghi al Colle allora il centrodestra deve trattare su altri nomi superando alcuni veti». «Noi non voteremmo mai Gentiloni – ha proseguito Lupi – come pure il centrosinistra non voterà mai Casellati. Ma se andiamo avanti a forza di veti alla fine o ti ritrovi Draghi o vai in tilt. Devi saper fare un passo indietro rinunciando a qualcuno dei tuoi veti per accordarti sul nome E sull’ipotesi Casini: «C’è quel nome e ce ne sono altri, perché non una donna? Ci sono anche nomi di donne».
Luigi Iovino (M5s): «Si può trattare sul nome di Draghi»
Il parlamentare dei Cinque stelle Iovino ha spiegato a Open che almeno una parte del Movimento è pronta a trattare anche sul nome del presidente del consiglio: «Il Movimento ha scelto di far parte di questo governo per non sprecare le risorse del Pnrr, chiediamo un atto di responsabilità a tutte le forze politiche».
Salvini: «Il centrodestra unito farà presto proposte»
«Sto lavorando perché nelle prossime ore il centrodestra unito offra non una ma diverse proposte di qualità – questa l’ultima dichiarazione di voto del leader della Lega Matteo Salvini -, donne e uomini di alto profilo istituzionale e culturale, su cui contiamo ci sia una discussione priva di veti e pregiudizi, che gli italiani non meritano in un momento così delicato dal punto di vista economico e sociale».
Marattin: «Draghi ottimo candidato ma valutare bene le conseguenze»
Il deputato di Italia Viva Luigi Marattin ha frenato la corsa del presidente del consiglio verso il Colle. Al microfono di Open ha detto: «Saremo decisivi solo se ci sarà un’elezione a “gomitate” ma dobbiamo lavorare a trovare una maggioranza ampia».
Colloquio di Draghi con Letta
Stando a quanto si apprende, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto in giornata un colloquio con il segretario del Pd, Enrico Letta. Sia da Palazzo Chigi che dal Nazareno è arrivato un secco «no comment» alla notizia circolata sugli organi di stampa.
Orlando: «Il centrosinistra avrà una posizione comune»
«Abbiamo concordato un percorso, poi faremo sintesi e il centrosinistra non potrà che tenere una posizione comune». Così ha spiegato il ministro del Lavoro Andrea Orlando (Pd) in un colloquio con i cronisti in attesa di sviluppi a Montecitorio. «Ieri c’è stato un accordo – ha evidenziato – per trovare una strada di confronti bilaterali». «L’auspicio è quello di trovare al più presto una soluzione che sia all’altezza di una fase difficile – ha proseguito uscendo da Montecitorio dopo aver votato accompagnato dai giornalisti -. Credo che si debba provare a dare una soluzione di alto profilo, anche fuori dai palazzi, forte rispetto ai rischi che nei prossimi mesi si possono determinare nella combinazione tra crisi sociale ed istituzionale».
Di Maio ai giornalisti: «Nessuna previsione sui tempi»
«Non faccio previsioni». Secca la risposta che il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, ha concesso ai giornalisti che, poco prima delle 19, gli domandavano quanto tempo a suo avviso sarà necessario per arrivare all’elezione del nuovo Capo dello Stato. Un’oretta prima il ministro era stato protagonista di un siparietto con Giancarlo Giorgetti. I due si sono incrociati mentre stavano parlando con alcune persone e si sono salutati da lontano. Poi, quando ha visto avvicinarsi i giornalisti, Di Maio ha scherzato: «Non è scontato che un lombardo apprezzi la pizza». Con la sua battuta il ministro degli Esteri si riferiva a un loro incontro di inizio novembre, fotografato dagli organi di stampa. «Dopo ti chiamo», ha tirato dritto Giorgetti sorridendogli.
Sgarbi sul ritiro di Berlusconi: «Immaginavo fosse prostrato invece sta bene»
«Ho sentito ieri Berlusconi, sta bene. Pensavo fosse prostrato psicologicamente e invece è in condizioni buone». Così ha spiegato il deputato Vittorio Sgarbi ai giornalisti che gli chiedevano se avesse sentito il Cavaliere dopo il dietrofront dalla corsa al Colle.
Il Quirinale: «Voto troppo spedito, serve una pausa»
Dal Quirinale è arrivata la richiesta di una nuova pausa, necessaria per riequilibrare i tempi con la tabella di marcia. Dopo le 18 l’Aula di Montecitorio ha dunque messo in programma una nuova sospensione di 10 minuti per rallentare le operazioni di voto che stanno procedendo a ritmi «troppo spediti, più velocemente dei tempi a fasce orarie inizialmente previsti». Così facendo, ha fatto sapere il Colle, i Grandi elettori «possono votare secondo gli orari prestabiliti».
Conte vede anche Toti
Dopo l’incontro con Matteo Salvini, quando mancano pochi minuti alle 18, il presidente del M5s Giuseppe Conte ha visto anche il leader di Coraggio Italia Giovanni Toti. Nel primo pomeriggio il governatore della Liguria aveva fatto sapere che il suo partito avrebbe votato scheda bianca alla prima votazione. Una scelta «ragionevole di dialogo, visto che nessuno tra le due coalizioni ha i numeri per eleggere da sole un proprio candidato al Colle», aveva commentato al termine della riunione dei Grandi elettori. «Trovo giusto che in questa fase non si radicalizzino le posizioni. Ora ci auguriamo che le prossime ore siano proficue per trovare una soluzione».
January 24, 2022
Salvini incontra Conte: «Presto nome condiviso che unisca il Paese»
Sempre nei locali della Camera, dopo l’incontro con Meloni e Letta, il leader della Lega Matteo Salvini ha incontrato il leader del M5s, Giuseppe Conte. Secondo fonti del M5s, durante l’incontro, i due ex alleati del governo gialloverde si sono trovati in «totale sintonia sulla necessità di rafforzare e intensificare il confronto, iniziato la settimana scorsa, per mettere da parte al più presto le schede bianche e scrivere un nome che unisca il Paese».
«Dialogo aperto» tra Salvini e Letta. Si rivedranno domani
Si è concluso il «lungo e cordiale» incontro tra Salvini e il segretario del Pd, Enrico Letta. In una nota congiunta, Pd e Lega fanno sapere che «con il faccia a faccia si è aperto un dialogo: i due leader stanno lavorando su delle ipotesi e si rivedranno domani». Nella giornata di ieri, Salvini aveva rinnovato «a tutti l’invito a incontrarci» per aprire un confronto con gli altri partiti, chiedendo al centrosinistra «di porre veti incrociati, né di dire “No” a qualsiasi proposta che arrivi dal centrodestra».
Renzi: «Draghi al Colle? Serve un accordo politico sul prossimo governo»
«Il nome di Mario Draghi è una delle ipotesi in campo, ma sta in piedi solo in un quadro di accordo politico». È quanto riferito da Matteo Renzi ai cronisti in Transatlantico nel corso dei primi voti per l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Secondo il senatore di Scandicci «l’elezione del presidente della Repubblica non può essere un gesto di risulta tecnocratica, ma è una scelta politica e prevede un accordo sul governo del dopo». Difatti, secondo il leader di Italia Viva, «il nome di Draghi è una ipotesi in campo, ma non è la sola dato che ci sono soluzioni diverse». Quanto all’ipotesi di una possibile rielezione del presidente Mattarella, Renzi ha tagliato corto: «Al momento, non la vedo».
Salvini incontra Giorgia Meloni
Dopo l’incontro con il premier Draghi, nei locali della Camera dei Deputati, si sono confrontati il segretario della Lega e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, la quale in mattinata aveva annunciato che FdI ha aggiunto il nome di Carlo Nordio tra i nomi da considerare quirinabili per la coalizione di centrodestra.
Draghi ha incontrato Salvini in mattinata
Il presidente Draghi questa mattina ha incontrato il leader della Lega, Matteo Salvini. I contenuti del colloquio non sono stati resi noti. Il ministro leghista Giancarlo Giorgetti ha definito «positivo» il fatto che i due si siano confrontati. Il titolare del Mise, però, dice di «non sapere» come sia andato il colloquio tra Draghi e Salvini. Secondo quanto riferito da fonti parlamentari a SkyTg24, il colloquio tra Draghi e il leader leghista è però solo il primo della lista nell’agenda del premier. Difatti il presidente Draghi avrebbe in programma colloqui con tutti i leader dei diversi partiti.
Andrea Cangini (FI): «Difficile far passare un candidato di centrodestra. Draghi? Resti a Chigi»
Ha consegnato la sua scheda bianca nell’urna di Montecitorio Andrea Cangini, senatore di Forza Italia, alla sua prima votazione per scegliere il capo di Stato, ma di elezioni presidenziali ne ha seguite parecchie nel suo passato da giornalista. «Le prime tre votazioni richiedono una maggioranza di due terzi che nessun nome può raggiungere – ha dichiarato a Open nel cortile della Camera dei deputati -. I giochi veri inizieranno dalla quarta chiama».
Quagliariello: «Scheda bianca per rendere meno difficile il dialogo tra le parti»
L’ex ministro Gaetano Quagliariello, oggi in Senato e tra i fondatori al fianco di Giovanni Toti di Coraggio Italia, ha spiegato al nostro inviato Felice Florio le motivazioni dietro alla scelta della scheda bianca alla prima votazione.
Liliana Segre: «Non voto scheda bianca»
«A me le bianche non piacciono». A dirlo è la senatrice a vita Liliana Segre, interpellata dai cronisti all’esterno di Montecitorio, poco prima dell’inizio del voto per l’elezione del prossimo Capo dello Stato. La senatrice Segre ha dichiarato che sin dalla prima chiama ha intenzione di indicare un nome perché «votare bianca vorrebbe dire lasciar decidere gli altri».
Nella foto: elaborazione grafica di Vincenzo Monaco
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