«Cosa volete che faccia?»: la difficile giornata di Draghi con Salvini, Letta e Conte (diviso tra governo e Colle)
È stata una giornata difficile, difficilissima per il premier Mario Draghi, da una parte preoccupato per la situazione in Ucraina, dall’altra coinvolto nelle discussioni per l’elezione del presidente della Repubblica italiano. Da stamattina il presidente del Consiglio non fa altro che chiedere ai leader dei partiti: «Quali sono le vostre aspettative sul mio ruolo per il Paese? Qual è la vostra volontà?». Insomma lui c’è, è a disposizione, ma vuole capire per fare cosa. Se per restare a Palazzo Chigi o se per traslocare al Quirinale. Perché la verità è che, nonostante le tante consultazioni, i partiti non hanno ancora trovato una soluzione, un nome condiviso, dopo giorni di stallo a causa del candidato Berlusconi, nome “ingombrante” che ha bloccato ogni trattativa del centrodestra con le altre forze politiche. Ora che il leader di Forza Italia ha fatto un passo indietro, Salvini è effettivamente riuscito a prendere in mano la trattativa a nome del centrodestra. Ma non riesce a portare a casa il risultato. Oggi, infatti, è stato il leader della Lega il primo a parlare con Draghi, senza – a quanto pare – trovare una soluzione soprattutto sul governo che dovrebbe succedergli. Subito dopo il premier ha parlato anche con Letta e Conte. Che ci sia una doppia trattativa che porta al governo ormai è chiaro ed è proprio su questo che i dialoghi si sono inceppati.
I piani di Matteo Salvini
La prima persona con cui Draghi ha discusso è Salvini e il motivo è semplice. Il leader della Lega è quello che potrebbe “sbloccare” la situazione portandosi dietro i voti del centrodestra, compatto (o almeno così fanno credere), oltre a quelli di Pd o M5s con cui chiedere presto un accordo. La volontà c’è. Salvini sa che ha i numeri dalla sua parte, messo da parte Berlusconi, e sa anche che questa è la partita più importante di sempre per il centrodestra. Dall’altra parte, però, c’è Meloni che non ha mai visto di buon occhio questo esecutivo guidato da Mario Draghi e che vuole andare alle urne, consapevole che Fratelli d’Italia potrebbe raccogliere ampi consensi, mai visti prima. La Lega, in realtà, vorrebbe Draghi a Palazzo Chigi (non al Quirinale), così come Conte. Con lui, invece, la Lega punterebbe ad altri nomi per il Colle: prima di tutto la presidente del Senato Elisabetta Casellati o addirittura Franco Frattini, ora presidente aggiunto del Consiglio di Stato. Su di lui potrebbe arrivare l’ok del Pd. Ma ci sono anche altri nomi: Casini, gradito al leader di Italia Viva Matteo Renzi, ed Elisabetta Belloni che piace a tutti e che, pur essendo entrata in contatto spesso e volentieri con la politica, non si è mai schierata e ha sempre ricevuto promozioni bipartisan fino a diventare capo degli 007 italiani.
Obiettivo per i partiti: non tornare al voto
Draghi, insomma, continua le sue trattative e nelle prossime ore potrebbe sentire anche tutti gli altri leader dei partiti. Sembra chiaro che tutti, adesso, stiano cercando stabilità: non vogliono che, con l’elezione del prossimo presidente della Repubblica, si torni a votare. E finire una legislatura in anticipo significa anche lasciare il proprio seggio che, col taglio dei parlamentari, non rivedrebbero mai più, specialmente nell’area grillina. L’unico partito che spinge in direzione opposta è Fratelli d’Italia, come detto più volte. Salvini, invece, vorrebbe, un governo dei leader e chiederebbe garanzie sul Viminale, nel caso di elezione di Draghi al Colle. Ma chi prenderebbe il posto dell’ex presidente della Bce in quel caso? Torna in ballo il nome di Elisabetta Belloni, profilo che, anche come confermano alcune fonti a Open, piace sia al M5s sia ad alcuni esponenti di Forza Italia. Ma da Conte e Franceschini – e questo bisogna sottolinearlo – arriva un no forte e chiaro a Draghi al Colle, suscitando un po’ di malumori. Gli stessi mal di pancia che, tra l’altro, si trovano in Forza Italia, spaccata con un fronte a favore di Draghi ma comunque immobilizzata sul no.
Biden chiama Draghi per le tensioni Usa-Russia in Ucraina
Nel frattempo la votazione in aula si è conclusa con 672 schede bianche e qualche segnale di malumore. C’è chi ha votato il giornalista e conduttore Alfonso Signorini, chi Bruno Vespa, chi Alberto Angela, chi il conduttore di Sanremo Amadeus. Nomi assai curiosi. Ma c’è anche chi ha voluto dare un segnale votando Mario Draghi. Uno show a cui il premier ha assistito da Palazzo Chigi, mentre affrontava anche una delicata trattativa internazionale. Mentre in Italia si sceglie il presidente della Repubblica, la Nato è pronta a schierare navi e jet per la guerra che potrebbe scoppiare tra Usa e Russia in Ucraina. Venti di guerra che hanno spinto il presidente americano Joe Biden a chiamare gli alleati europei, tra cui Draghi, per un giro di consultazioni. Bisogna essere pronti a tutto. Mosca, secondo gli americani, non avrebbe alcuna intenzione di ridurre la tensione. Per questo Biden ha già messo in allerta 8.500 militari. In Europea orientale, dunque, non tira una buona aria e questo Draghi lo sa bene.
Foto in copertina di repertorio
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