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I genitori di Regeni a 6 anni dalla scomparsa: «Vogliamo azioni concrete dalla politica». Il minuto di silenzio per Giulio – Il video

25 Gennaio 2022 - 22:26 Redazione
«Gli interessi con l'Egitto sono forti ma bisognerebbe avere anche il coraggio di fare delle scelte», ha detto la madre del ricercatore

«Vogliamo azioni concrete, come le panchine gialle». È l’appello mosso oggi, 25 gennaio, dalla mamma di Giulio Regeni, Paola Deffendi, mentre era a Fiumicello, in occasione dello scoprimento della targa che intitola il parco scolastico locale al figlio. Proprio oggi ricorrono i sei anni da quando non si seppe più nulla del ricercatore che si trovava al Cairo. «La targa di Fiumicello è un’azione ufficiale. Provo tanta emozione». Sulla targa gialla – postata sui profili social di Giulio siamo noi – appare lo stemma del comune di Fiumicello-Villa Vicentina e la scritta «Parco scolastico Giulio Regeni – Cittadino di Fiumicello, nato il 15.01.1988 – Ricercatore per l’Università di Cambridge al Cairo, dove fu rapito, torturato, ucciso, il suo corpo fu ritrovato il 03.02.2016».

«Forti interessi con Egitto, ma bisogna prendere posizione»

Parlando dell’omicidio del ricercatore, Deffendi ha ammesso che è vero che «gli interessi con l’Egitto sono forti ma bisognerebbe avere anche il coraggio di fare delle scelte, che sono responsabilità della politica». Durante un intervento trasmesso dal Collegio Borromeo di Pavia nel corso di un webinair, il padre Claudio ha poi aggiunto: «In questa fase penso che nessuno voglia compromettersi, esporsi eccessivamente, con l’eccezione di Roberto Fico, sempre al nostro fianco. E’ andato da Al Sisi a parlargli esclusivamente di Giulio. Gli altri sono andati, hanno ascoltato e sono tornati dicendo che ‘ci hanno accolto bene’, ma non hanno concluso niente».

Parole che arrivano dopo il colloquio dell’altro giorno con Draghi e Cartabia che hanno detto che daranno seguito «nel modo più efficace, all’ordinanza del Gup di Roma», che ha concesso altri 3 mesi per svolgere nuove ricerche sugli imputati egiziani ancora irreperibili.  Il clima elettorale attuale, ha aggiunto il padre, «è un po’ di confusione generale, per cui in questa situazione non sappiamo neanche noi cosa può accadere in futuro. Ci auspichiamo un Governo che sia più sensibile ai diritti umani meno alla vendita di armi e che ci possa dare sostegno».

Per certi aspetti, ha concluso la madre, «noi rappresentiamo una cartina di tornasole sui diritti umani. La tragedia di Giulio, la tragedia della nostra famiglia ricorda la violazione dei diritti umani. Penso che un paese in Europa deve avere questo ago della bilancia sempre ben presente, ci auguriamo che le elezioni vadano in una scelta culturale verso il rispetto dei diritti umani. Bisogna ragionare coi tempi lunghi. Un paese come l’Italia che metta il rispetto dei diritti umani al primo posto sarebbe un segno per tutta Europa, un grande passo avanti».

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