I Savoia fanno causa a governo e Bankitalia: rivogliono i gioielli di famiglia. Il mistero su quanto valgono davvero
Dal giugno del 1946 l’intera collezione di gioielli della Corona della famiglia Savoia sono custoditi nel caveau della Banca d’Italia, a Roma. Ora il principe Vittorio Emanuele e le principesse Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice, eredi di Umberto II, li rivogliono indietro. E per questo citeranno in giudizio la presidenza del Consiglio, il ministero dell’Economia e la stessa Banca d’Italia per la restituzione. Si tratta della prima volta che casa Savoia ne rivendica la proprietà, in modo formale. La richiesta era già stata avanzata il 29 novembre scorso, con la Banca d’Italia che però aveva replicato: «La restituzione non può essere accolta, tenuto conto delle responsabilità del depositario». Il tesoro sarebbe formato da 6.732 brillanti e 2 mila perle, di diverse misure, montati su collier, orecchini, diademi e spille varie. Una stima precisa di quanto possano valere, a dire la verità, pare non sia mai stata fatta. Il Corriere della Sera riporta un’ipotesi di valutazione che si aggirerebbe intorno ai 300 milioni di euro. Cifra invece ridimensionata da Gianni Bulgari – patron dell’omonima casa di moda – che ha ridotto il valore a qualche milione di euro e nulla più.
La casa reale ha affidato la delega dei lavori all’avvocato Sergio Orlandi, che ha spiegato ad Ansa: «A differenza degli altri beni, questi non sono mai stati confiscati e sono rimasti pendenti. Perciò devono essere restituiti». Già oggi, 25 gennaio, ci sarebbe stato un tentativo di mediazione sulle modalità di restituzione, che ha avuto esito negativo. «Ieri la presidenza del Consiglio aveva fatto pervenire una prima comunicazione all’Adr center (sede dell’ufficio di mediazione, ndr) sostenendo che non avrebbero presenziato all’incontro fissato oggi perché, a quanto si sostiene, quei gioielli non sarebbero beni personali ma in dotazione del regno d’Italia. All’incontro erano presenti solo i rappresentanti della Banca d’Italia», ha detto l’avvocato.