Neil Young contro Spotify: «Via il podcast No vax o la mia musica sparirà dalla piattaforma»
Non è la prima volta che Neil Young “difende” la sua musica dalla politica e, in questo caso, dall’attualità. Nel 2020 aveva detto no all’utilizzo di suoi brani nei comizi dell’allora presidente Usa Donald Trump. Ora si scaglia contro Spotify. In una lettera alla sua casa discografica e al suo manager dice «basta» e chiede di far sparire tutto il suo repertorio dalla celebre piattaforma. La ragione? La “coesistenza” su Spotify The Joe Rogan Experience, podcast in cui Joe Rogan parla di vaccini. «Lo sto facendo perché Spotify sta diffondendo informazioni false sui vaccini – causando potenzialmente la morte di coloro che credono alla disinformazione», spiega Neil Young nella missiva. «Per favore, agite immediatamente e tenetemi informato sui tempi».
Il podcast
Il podcast è in verità controverso: qualche tempo fa più di 270 medici hanno messo la loro firma su una lettera aperta sempre a Spotify scritta proprio per chiedere lo stop alle false informazioni date da Rogan sulla pandemia di Covid-19 e sui vaccini. «Voglio che facciate sapere a Spotify immediatamente, oggi, che voglio tutta la mia musica fuori dalla loro piattaforma», dice ancora il rocker di Toronto nella missiva. Il suo è un ultimatum. «Possono avere Rogan o Young. Non entrambi». The Joe Rogan Experience ha circa 11 milioni di ascoltatori per episodio ed è oggi tra i più celebri podcast al mondo. Perciò, a detta di Young, Spotify «ha la responsabilità di mitigare la diffusione della disinformazione sulla sua piattaforma». La lettera dell’artista canadese è indirizzata al suo manager Frank Gironda e a Tom Corson, il co-presidente e direttore operativo della Warner Records, che pubblica la musica di Young attraverso la sua etichetta Reprise Records. Gironda ha confermato che la lettera è autentica. «È qualcosa che è davvero importante per Neil. È molto arrabbiato… stiamo cercando di capirlo in questo momento».
La lettera
La lettera fa riferimento in particolare, scrive il Guardian, a un episodio in cui Rogan intervista Robert Malone, un virologo coinvolto nella tecnologia del vaccino mRNA che ha portato ad alcuni dei principali vaccini Covid-19, ma che è stato criticato per aver diffuso disinformazione sul vaccino. Entrambi sono stati criticati per aver promosso diverse teorie del complotto infondate, inclusa la falsa affermazione che gli ospedali sono finanziariamente incentivati a diagnosticare erroneamente i decessi come causati da Covid-19 e l’affermazione di Malone secondo cui i leader mondiali avevano “ipnotizzato” il pubblico affinché sostenesse i vaccini. Il chitarrista alcuni anni fa aveva ritirato dallo streaming tutta la sua musica lamentandone una scarsa qualità sulla piattaforma. Salvo poi ripensarci. Da Spotify per il momento non risultano commenti, neppure a richiesta del Guardian.
In copertina EPA/Steve Pope | Neil Young all’Harvest the Hope in Nebraska, USA, 27 settembre 2014.