Il colpo di coda di Omicron, Oms: «I contagi rallentano, ma rischi ancora molto elevati con la variante»
In tutto il mondo rallenta la crescita dei nuovi contagi di Coronavirus – tanto che, solo due giorni fa, si parlava con ottimismo della prospettiva della fine della pandemia in Europa – ma il livello di pericolosità collegato alla variante Omicron resta «molto elevato». A dirlo, nella tarda serata di ieri, l’Organizzazione mondiale della sanità in occasione del suo aggiornamento epidemiologico settimanale sulla pandemia. Il report vede i nuovi contagi superare per la scorsa settimana quota 21 milioni, ovvero il dato su sette giorni più alto dall’inizio della pandemia. Nello specifico «sono stati segnalati oltre 21 milioni di nuovi casi, che rappresentano il numero più alto di casi settimanali registrati dall’inizio della pandemia», scrive l’Oms. E’ un incremento del 5% a fronte di un aumento del 20% cui si è assistito nella settimana precedente. «Un aumento più lento dell’incidenza dei casi è stato osservato a livello globale». E ancora: le nuove vittime positive a Covid-19 sono state circa 50.000, con un dato analogo a quello di sette giorni prima.
«Delta all’11%»
E Omicron sta prendendo sempre più piede in tutto il mondo, soppiantando le altre varianti, spiega l’Oms: oggi è la causa dell’89,1% dei nuovi contagi in tutto il mondo. La Delta ora è al 10,7% secondo l’analisi sui campioni analizzati negli ultimi 30 giorni, sequenziati e caricati nella banca dati scientifica globale Gisaid. «L’attuale epidemiologia globale della SARS-CoV-2 è caratterizzata dal predominio della variante Omicron su scala globale, dal continuo declino della prevalenza della variante Delta e dalla circolazione a livelli molto bassi delle varianti Alpha, Beta e Gamma», si legge nel report. Gli Stati «che hanno registrato un rapido aumento dei casi di Omicron a novembre e dicembre 2021 stanno iniziando a vedere un calo dei casi». Ma «sulla base dei dati attualmente disponibili, il rischio complessivo relativo alla variante Omicron rimane molto elevato».
In copertina EPA/SALVATORE DI NOLFI | Il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, a destra, e il direttore esecutivo Michael Ryan in conferenza stampa a Ginevra, Svizzera, 24 febbraio 2020.
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