Ucraina, la risposta della Nato alla Russia: «Siamo preparati al peggio. Kiev è libera di scegliersi gli alleati»
«La Nato ha consegnato alla Russia le risposte scritte che ha chiesto». È quanto confermato dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nel corso di una conferenza stampa all’indomani del vertice tra Nato e Stati Uniti sulla crisi in corso in Ucraina. La Nato, stando alle dichiarazioni di Stoltenberg, ha offerto alla Russia la possibilità di avviare un «percorso diplomatico», sollecitando un incontro congiunto tra Nato e Russia, «perché ci sono punti, nella ricca agenda, su cui si può lavorare solo insieme». «Naturalmente mentre speriamo e lavoriamo per una buona soluzione, una de-escalation, siamo anche preparati al peggio», ha detto Stoltenberg.
Nelle negoziazioni con la Russia, la Nato non derogherà ai propri principi perché, come ribadito da Stoltenberg, «ogni Paese ha il diritto di scegliere le sue alleanze, il suo percorso». «La Russia ha ammassato oltre 100mila soldati ai confini con l’Ucraina – ha aggiunto Stoltenberg – altre truppe sono in arrivo e c’è una concentrazione significativa anche in Bielorussia: chiediamo a Mosca un’immediata de-escalation: la linea della Nato – ha continuato il segretario – è difensiva, non cerchiamo un confronto, ma non scendiamo a compromessi sui nostri principi».
Blinken: «Pronti a prendere le contromisure adeguate»
Al contempo, il segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha ribadito che da parte degli Stati Uniti la risposta data al governo russo sulle garanzie di sicurezza evidenzia che Washington è «aperta al dialogo» e «preferisce la diplomazia» per risolvere la crisi ucraina. Qualora Mosca «non dovesse avviare una de-escalation sul confine ucraino, gli Stati Uniti – assicura Blinken – prenderanno le adeguate contromisure».
Le richieste della Russia alla Nato
A chiedere risposte scritte alla Nato e agli Stati Uniti era stato il presidente russo Vladimir Putin. Il Cremlino aveva chiesto che, in due trattati distinti, venisse sancito il ritiro delle truppe Nato dalla Bulgaria e dalla Romania, così come dagli altri Paesi dell’Europa centro orientale. Ma la Nato ha respinto verbalmente tali richieste, sottolineando che l’unica strada percorribile è quella del confronto diplomatico tra le parti, pur con la consapevolezza di doversi preparare a un eventuale «peggioramento» della situazione nella regione.
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