Crisi Ucraina, Nato: «Mosca continua ad ammassare truppe: pronti al peggio». Cingolani: «Pronti a piani d’emergenza sul gas»
Al confine con l’Ucraina, ma anche su quello bielorusso, «la Russia sta continuando ad ammassare unità militari: noi stiamo lavorando al meglio per una soluzione diplomatica, ma siamo preparati al peggio». È quanto ribadito dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Il segretario generale della Nato, come già anticipato nei giorni scorsi, ha ribadito che l’Alleanza è pronta a «dispiegare rapidamente» le proprie forze militari in risposta a un possibile attacco imminente, anche alla luce del fatto che «l’esercito ucraino è molto più equipaggiato e allenato rispetto al 2014 per la difesa del territorio».
Il fallimento della telefonata tra Biden e Zelensky
Al contempo, il presidente statunitense Joe Biden, in una telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, avrebbe detto che esiste una «chiara possibilità» che la Russia possa invadere l’Ucraina a breve, a febbraio. Secondo fonti ufficiali ucraine, citate dalla Cnn, il presidente statunitense avrebbe comunicato al suo omologo ucraino che l’invasione russa dell’Ucraina, fondamentalmente, più che un’ipotesi sarebbe data per certa. Il presidente ucraino, però, non sembra essere della stessa idea dell’omologo statunitense riguardo il livello di gravità della situazione, e lo avrebbe invitato ad abbassare i toni. Tuttavia, la portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Emily Horne, ha smentito le notizie date dalla Cnn.
La linea Parigi-Mosca
In mattinata, poi, c’è stato un colloquio telefonico durato oltre un’ora tra il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente russo Vladimir Putin. Durante la telefonata, così come avvenuto in precedenza nei colloqui tra il Cremlino e i rappresentanti delle forze della Nato, anche il presidente francese ha ribadito quanto già richiesto lo scorso 24 gennaio, richiedendo al presidente russo di «trovare i mezzi per mettere in atto una de-escalation» sul confine ucraino e bielorusso, avviando invece un «percorso diplomatico», rimettendo sul tavolo gli accordi di pace di Minsk del 2015 tra Francia, Germania, Russia e Ucraina.
Il piano B italiano sul gas
Ma la crescente tensione sul confine ucraino preoccupa molto anche l’Italia, che dalla Russia importa il 95% dei propri consumi energetici, in particolare quelli del gas. Il ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani, in una intervista a Bloomberg ha infatti confermato che «l’Italia potrebbe rimanere danneggiata nel caso in cui esploda crisi globale dei fornitori di gas». Qualora questo dovesse succedere, il governo italiano «ha piani di emergenza, ma speriamo che non sia necessario impiegarli». In qualsiasi caso l’Italia osserva e «monitora minuto dopo minuto la situazione geopolitica globale», assicura il ministro, «ma è difficile dire cosa succederà domani».
Foto in copertina: EPA/SERGEY VAGANOV
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