La lettera di Jacobs alla famiglia del 12enne morto alla corsa campestre: «Mi rivedo in lui. Era un piccolo, grande atleta»
Carlo Alberto Conte aveva 12 anni. Domenica 23 gennaio stava correndo una delle sue prime gare di corsa a Vittorio Veneto, un comune di 27 mila abitanti in provincia di Treviso. Mille metri, tutti da fare con la maglia cremisi delle Fiamme Oro. Poi un malore improvviso. Carlo è stato portato all’ospedale Ca’ Foncello, i medici hanno provato a rianimarlo ma le complicazioni erano troppe. Il 26 gennaio il giovane atleta è morto. E ora il campione olimpico Marcell Jacobs, anche lui nelle Fiamme oro, ha deciso di ricordarlo con una lettera: «Sono veramente addolorato e colpito, anche perché un po’ mi rivedo in Carlo Alberto, nei racconti dei suoi compagni di classe e dei ragazzi del primo livello delle Fiamme Oro».
Jacobs ha spiegato nelle sue parole, pubblicate da diversi giornali locali, che dai racconti fatti su Carlo vede tante risonanze con la sua storia di atleta: «Un piccolo grande atleta cremisi che lascia solo bei ricordi nei suoi amici e insegnanti, che amava lo sport in tutte le sue forme, dalla corsa alla bicicletta. Che si divertiva, come me quand’ero piccolo, a lanciare il vortex. So quanta felicità deve aver provato nel fare quello che faceva sul campo e in pista. È in questo momento che si deve sentire tutto il nostro calore, non solo oggi ma domani, dopo, quando sarà ancora più difficile accettare l’ingiustizia di quello che è successo. Ciao Carlo Alberto, ti porto nel mio cuore, resti nel cuore di tutti noi».
Il cuore di Carlo Alberto inviato a un’equipe di specialisti
Al momento l’ipotesi più probabile è che Carlo avesse una patologia cardiaca passata inosservata nelle visite mediche, come ha spiegato Giuseppe Minniti, primario di cardiochirurgia nell’ospedale Ca’ Foncello: «Nella maggior parte dei casi di morte improvvisa in giovani atleti c’è una predisposizione a sviluppare aritmie che spesso viene evidenziata nel corso degli screening cui sono sottoposti. In rari casi, purtroppo, non emerge alcuna anomalia nel corso delle visite agonistiche». Ora il cuore di Carlo verrà inviato a un team di esperti per capire quali sono state le cause dell’arresto: «Il cuore verrà inviato all’équipe della prof.ssa Cristina Basso, docente ordinario di Anatomia patologica dell’Università di Padova e tra le massime esperte a livello mondiale di cardiopatologie e morte improvvisa».
Il saluto delle Fiamme Oro e la fondazione
Il ragazzo è stato ricordato anche da Sergio Baldo, direttore tecnico del settore Atletica delle Fiamme Oro: «Sul campo condividiamo momenti meravigliosi e delusioni, perché siamo una squadra, oserei dire anche una famiglia per l’affetto e il coinvolgimento nelle vite dei nostri atleti. Da novembre 2021 Carlo Alberto faceva parte di questa squadra». Sulle pagine del Corriere del Veneto la madre ha spiegato che ora vorrebbe investire in una fondazione con il nome del figlio: «Voglio dare i miei soldi a qualcuno che studi queste morti e che salvi altri ragazzini: non voglio che nessuna mamma debba soffrire quello che sto passando io».
Leggi anche:
- Strappo tra Jacobs e Fedez che gli curava l’immagine: il divorzio rischia di finire in tribunale
- Marcell Jacobs, da sconosciuto a numero 1 anche per gli americani: il riconoscimento dalla rivista di atletica «Track and Field»
- Lo sfogo di Jacobs: «Se fossi americano non sarei sotto accusa. Qualcuno sta rosicando»
- Atleta dell’anno, Malagò furioso per l’esclusione di Jacobs e Tamberi: «Ho chiesto chiarezza alla Federazione». E anche in Uk crescono i dubbi – Il video
- Draghi scherza con Marcell Jacobs: «La telefonata dopo la vittoria a Tokyo? Io avevo chiamato Malagò, non volevo disturbarti» – Il video