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No! Non c’è nessun allarme nell’esercito Usa per tumori causati dai vaccini

Non esistono studi che accertano un collegamento tra tumori e vaccinazioni, ecco perché

Ci segnalano un altro articolo pubblicato nel blog Il Simplicissimus, già noto al progetto Open Fact-Checking per aver diffuso contenuti falsi a sostegno di un collegamento tra vaccino contro il nuovo Coronavirus e una sindrome simile all’Aids (Vaids), che indurrebbe immunodeficienza nei vaccinati. Tale patologia non esiste e la narrazione risulta priva di basi scientifiche vere e proprie. Stavolta l’argomento sarebbe un «allarme dall’esercito Usa: dopo i vaccini dilagano i tumori». Come vedremo, la storia oltre a essere contraddittoria, non si fonda affatto su reali evidenze scientifiche, contrariamente a quanto sostiene l’autore del post.

Per chi ha fretta:

  • È improbabile che database come Vaers e EudraVigilance vengano censurati, visto che sono usati spesso dagli stessi No vax per ingigantire i dati sui presunti eventi avversi post-vaccino.
  • Le stesse fonti dell’articolo si basano sul considerare le loro segnalazioni come prove di un collegamento causale tra vaccini e tumori.
  • Nessuno studio serio ha accertato che i vaccini hanno effetti cancerogeni.

Analisi

L’articolo esordisce adducendo una presunta censura da parte dei Governi affinché i medici non riportino gli eventi avversi post-vaccino nei database che li monitorano, come il Vaers americano o EudraVigilance in Europa.

Se i, database ufficiali  come quelli di Ema in Europa e del Vaers in Usa possono essere controllati minacciando i medici che osano fare le segnalazioni e promettendo vantaggi a chi si sottrae al proprio dovere

Questi database in realtà raccolgono qualsiasi segnalazione inviata, senza effettuare verifiche. Tant’è vero che i loro dati sono spesso usati nelle narrazioni No vax, proprio per ingigantire gli eventi avversi post vaccino (lo abbiamo visto qui, qui e qui). Questo è un elemento tipico delle narrazioni complottiste: quello dei “cospiratori pasticcioni” che dovrebbero censurare le stesse fonti che poi i teorici del complotto riescono comunque a trovare, comodamente disponibili online.

L’aumento dei casi di cancro nell’esercito americano

Segue la citazione di una audizione del senatore Ron Johnson al Congresso americano, riportata su Twitter da Daniel Horowitz.

Posso dire che il numero di diagnosi di cancro nel sistema DMED militare è aumentato da una media di 38.700 all’anno nel periodo 2016-2020 a 114.645 nei primi 11 mesi del 2021. E questo in una popolazione prevalentemente giovane sottoposta a un’attenta sorveglianza sanitaria

Il DMED (Defense Medical Epidemiology Database) è lo strumento online del Armed Forces Health Surveillance Branch’s (AFHSB), che raccoglie ugualmente i dati sugli eventi avversi in remoto da parte di medici che li riportano anonimamente, senza eseguire alcuna verifica. In nessun modo è stato chiarito inoltre, che collegamento ci sarebbe tra vaccini e tumori e perché questo fenomeno interesserebbe i militari americani, mentre nel resto del Mondo non lo vediamo.

L’avvocato Thomas Renz

Dietro a questa vicenda risulta esserci l’avvocato Thomas Renz, già noto per aver diffuso accuse infondate come quella delle 45.000 persone vaccinate contro la Covid-19 che sarebbero morte in 72 ore. Renz aveva intentato una causa contro il Dipartimento della salute degli Stati Uniti per conto di un’associazione nota per aver diffuso informazioni false sui vaccini e sulla Covid-19, l’America’s Frontline Doctors (ne parliamo qui). Del caso se ne erano occupati i colleghi di UsaToday in un articolo del 10 settembre 2021 con il seguente verdetto: notizia falsa e priva di fondamento.

Dove sono gli studi seri su vaccini e tumori?

Allora l’autore cita presunti studi che avrebbero verificato in precedenza il nesso causale tra vaccini anti-Covid e tumori. La sua fonte è un paper di Peter McCullough.

Ma in effetti che l’indebolimento del sistema immunitario a seguito dei vaccini potesse anche portare a una maggiore incidenza di tumori era stato paventato più volte in questi mesi e ora cominciano ad apparire alcune ricerche che studiano il meccanismo attraverso cui questo può avvenire.

L’articolo in questione è apparso sulla rivista Authorea nel gennaio 2022. Si tratta di un portale dove i ricercatori pubblicano i propri preprint, ovvero dei paper non sottoposti a verifica. Nonostante l’autore del post abbia esordito sostenendo che i dati di database come il Vaers vengano censurati, anche questo «studio» risulta basarsi proprio su questi:

Mostriamo prove da segnalazioni di eventi avversi nel database VAERS a sostegno della nostra ipotesi. Riteniamo che una valutazione completa del rischio/beneficio dei vaccini mRNA li escluda come contributori positivi alla salute pubblica, anche nel contesto della pandemia di Covid-19.

Avevamo già trattato altre narrazioni sulla presunta cancerogenicità dei vaccini (qui, qui e qui). Tutte pretendono di fondarsi su documenti scientifici, salvo poi venire smontate alla minima verifica.

Chi è Peter McCullough

McCullough è una nostra vecchia conoscenza. Fu ospite di un evento dell’associazione No Vax americana Children’s Health Defense, durante il suo intervento – ripreso e diffuso in video –, riportò diverse informazioni false sui vaccini, le varianti e l’immunità. Risulta essere anche una delle fonti del cosiddetto «maxi-studio» della Fondazione Hume sulle terapie precoci anti-Covid, come spiegavamo in un precedente articolo:

Vengono citati alcuni lavori del cardiologo americano Peter McCullough. Questo viene presentato come «editor di due importanti riviste di medicina, nonché uno dei ricercatori più pubblicati nel suo campo, che riguarda il cuore ed i reni». Non sindacheremo su questo. Può essere che sia un notevole cardiologo, ma quando si parla di vaccini cominciano a emergere alcuni problemi. I colleghi di FactCeck e AFP lo avevano già pizzicato nel fare disinformazione sui vaccini anti-Covid. Sarà anche un autore molto citato, ma non esattamente per le sue competenze in epidemiologia e virologia. 
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Il piatto forte del «protocollo McCullough» si baserebbe, secondo l’autore della Fondazione Hume, sulla somministrazione precoce di idrossiclorochina e azitromicina. Non è difficile trovare studi – anche su riviste predatorie – che possono suggerirne l’efficacia (come abbiamo visto per l’omeopatia o l’agopuntura), il problema è che si dovrebbe considerare l’intera letteratura in merito.

Uno studio di McCullough viene citato anche in una successiva analisi della Fondazione, dedicata stavolta ai presunti gravi eventi avversi dei vaccini anti-Covid.

Conclusioni

Usare le segnalazioni raccolte dal sistema Defense Medical Epidemiology Database per sostenere che i vaccini sono collegati a casi di tumori nei militari americani è fuorviante, perché come accade col Vaers e col EudraVigilance, questi database non confermano un collegamento causale.

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