Conte durissimo su Di Maio: «Dovrà rendere conto agli iscritti delle sue condotte molto gravi»
«Di Maio dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi. Ai nostri iscritti e alla nostra comunità». Con queste parole pronunciate durante un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, il presidente del MoVimento 5 Stelle Giuseppe Conte certifica la rottura con il ministro degli Esteri ed ex capo politico grillino. L’ex premier riepiloga con il giornale la trattativa per il Quirinale che ha portato al Mattarella Bis rivendicando anche alcuni successi: «Il ritiro di Berlusconi, e contestualmente il suo invito al premier Draghi a proseguire nell’azione di governo, ha costituito un primo punto di chiarezza delle trattative. Il M5S, con il suo no a quella candidatura, ha scongiurato che il Parlamento e il Paese si spaccassero».
Il caos M5s dopo il Quirinale
Conte respinge anche l’accusa di aver provato ad accordarsi con la Lega per Casellati o Frattini al Quirinale: «Sciocchezze. Con Letta e Speranza ci siamo sempre puntualmente aggiornati. Anche quando ho avuto incontri bilaterali, ho sempre riferito. E comunque Casellati è stata una candidatura messa in votazione all’improvviso, la mattina di venerdì. Frattini? È uno dei nomi circolati, non concretamente formalizzato». E racconta cosa è successo con Elisabetta Belloni dopo la bocciatura della presidente del Senato: «Dopo quella votazione il centrodestra è andato in difficoltà, e ciò ci ha consentito di condurre un affondo. Io e Letta abbiamo incontrato Salvini, riproponendogli Belloni e Severino. Sullo sfondo c’era anche quella di Casini. Ma abbiamo aggiunto l’opzione di garanzia di un Mattarella bis: anche in base alle votazioni in Aula, si stava rivelando una concreta possibilità. Salvini si è preso del tempo per valutare i nomi femminili. Ma ci ha subito riferito della disponibilità di Fratelli d’Italia su Belloni».
Anche il tweet di Beppe Grillo era concordato e sembrava costituire la fumata bianca della trattativa: «Con Beppe ho parlato io e abbiamo convenuto che la direttrice del Dis sarebbe stata un’ottima figura per la Presidenza della Repubblica. Ma bando all’ipocrisia, questa uscita non ha avuto influenza su una partita giocata da vari politici. Penso a Matteo Renzi. Ma non solo». Il riferimento è proprio a Di Maio che secondo Conte dovrà rendere conto davanti agli iscritti e alla comunità M5s. E quindi si prospetta un voto dei grillini sull’ex capo politico. Il leader prosegue sostenendo che è stato il Pd a bocciare Belloni e da lì la soluzione è diventata Mattarella: «C’è stato un estremo tentativo di alcuni leader per la candidatura di Marta Cartabia. E io ho spiegato che era un nome su cui dovevo riservarmi un approfondimento interno. Quasi contemporaneamente si è appreso dell’atto di generosità di Mattarella. Poco prima Salvini aveva aperto al suo secondo mandato. Così abbiamo concordato tutti su quella opzione». Nel corso dell’intervista, Conte parla anche del suo rapporto con Letta e dice: «Io mi fido di lui». Sotto il post Facebook in cui Conte ha diffuso sui social l’intervista al Fatto, a stretto giro è arrivato il commento di Alessandro Di Battista, che nei giorni scorsi aveva preso le difese dell’ex premier: «Io comunque, Giuseppe, di Letta non mi fido proprio. Io non dimentico nulla», ha scritto l’ex deputato pentastellato.
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