I numeri in chiaro della settimana, Maga: «La pandemia rallenta, ma il numero dei morti è ancora troppo alto» – Il video
Continuano a calare i dati giornalieri che fotografano la situazione pandemia in Italia. Oggi, 4 febbraio, i contagi sono stati 99.522 e anche il tasso di occupazione degli ospedali è in flessioni. Aumentano i guariti, decrescono i cittadini attualmente positivi al Coronavirus. Il direttore dell’Istituto di Genetica molecolare del Cnr di Pavia, il professor Giovanni Maga, è concorde con il fatto che «la pandemia sembra essere in regressione. Nel senso che abbiamo ormai da qualche giorno una diminuzione costante dei contagi e anche un abbassamento dei casi positivi rispetto a quelli testati». Tuttavia, Maga invita a fare attenzione al numero «troppo alto» dei decessi. «Sono destinati a scendere con ritardo rispetto ai contagi perché rappresentano situazioni che si sono verificate anche 20 giorni fa. Sarebbe, però, importante avere una fotografia più precisa di questi decessi».
Insomma, più chiarezza dei dati e più condivisione con la comunità scientifica. Un appello che ormai da due anni – il paziente zero in Italia fu individuato il 21 febbraio 2020 a Codogno – continua a cadere nel vuoto. Tornando alla fase attuale «di rallentamento» in Italia e nella maggior parte delle Nazioni europee, il professore rimarca che le condizioni favorevoli di risposta alla pandemia sono strettamente legate all’immunità raggiunta dalla popolazione. «Infatti, in altre aree del mondo, la situazione è ben peggiore, soprattutto in quei Paesi dove il tasso di vaccinazione è basso – aggiunge -. Abbiamo un’immunità molto elevata soprattutto grazie alle dosi somministra, e anche al numero notevole di persone che sono guarite. Non dobbiamo lasciarci ingannare – tuttavia – dal fatto che Omicron sembra darci risultanze cliniche più lievi rispetto a Delta, nel senso che questo è merito del fatto che abbiamo un’immunità che dobbiamo continuare a mantenere».
Maga conclude con un invito: «È fondamentale continuare a vaccinare e in particolare recuperare quelle persone, purtroppo ancora numerose che non hanno ricevuto nemmeno una dose o che devono fare il richiamo ed esitano. Solo in questo modo possiamo garantire la protezione dalla malattia grave e limitare il numero di contagi». Il prosieguo della campagna vaccinale, inoltre, serve a mitigare i rischi di «comparsa di nuove varianti. È possibile che accada, ma se continuiamo con l’estensione delle vaccinazioni cercando di raggiungere le aree del mondo dove ancora i vaccini sono insufficienti, limitiamo molto questo rischio».
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