Locatelli: «La fase critica sta finendo, ora riaperture graduali. No alla riduzione dell’isolamento per gli asintomatici»
«Si sta aprendo una fase nuova nel Paese». Secondo Franco Locatelli, la gestione della pandemia di Covid-19 in Italia potrebbe essere a una svolta. «Tutti gli indicatori, dall’incidenza cumulativa a 7 giorni ogni 100.000 abitanti, all’indice Rt, al numero di posti occupati nelle strutture ospedaliere o nelle terapie intensive mostrano chiaramente che stiamo uscendo dalla fase più critica – dice il coordinatore del Cts al Corriere della Sera -. E lo abbiamo fatto evitando lockdown e la chiusura attività. Non tutti i Paesi purtroppo ci sono riusciti, penso a Germania, Austria e Olanda». Secondo Locatelli, «il risultato è arrivato grazie da un lato allo straordinario successo della campagna vaccinale e dall’altro alla gradualità dell’approccio nell’allentamento delle restrizioni. Avere più dell’88% della popolazione sopra i 12 anni immunizzata e l’82% potenzialmente oggetto di dose booster che l’ha ricevuta, è la dimostrazione del formidabile lavoro svolto da chi ha condotto questa grande operazione e da chi ha il compito della farmacovigilanza». Adesso, dice il coordinatore del Cts, «va gestita tutta la fase di riapertura. La progressività con adeguata pianificazione che ha improntato anche recentemente le scelte del Governo offre le migliori garanzie».
Locatelli: «Non confondiamo l’assenza di sintomi con la non contagiosità»
Locatelli, poi, si dice contrario alla riduzione del periodo di isolamento per gli asintomatici: «Non confondiamo l’assenza di sintomi con la non contagiosità. Soggetti asintomatici possono albergare cariche virali elevate ed essere, dunque, significativamente in grado di contagiare». Secondo il coordinatore del Cts, «ci sono evidenze di letteratura scientifica che indicano come al quinto giorno dall’infezione una percentuale tutt’altro che trascurabile ha ancora un carico virale rilevante. Semmai, il ragionamento può fondarsi sullo stato vaccinale. Personalmente ritengo sia importante che non si abbandoni l’evidenza di una documentata negativizzazione».
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