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Agenzia delle Entrate, via ai controlli di conti correnti e carte di credito da marzo 2022

07 Febbraio 2022 - 08:51 Redazione
conti correnti carte di credito agenzia delle entrate
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Il decreto del ministero dell'Economia in arrivo dopo l'ok del Garante della Privacy. Aumenteranno anche le lettere di compliance

L’Agenzia delle Entrate potrà monitorare conti correnti e carte di credito degli italiani per la sua caccia agli evasori fiscali. L’incrocio tra banche dati, considerato prioritario per stanare chi froda il fisco, ha avuto l’ok del Garante della Privacy. E adesso AdE e Guardia di Finanza avranno a disposizione un dataset di contribuenti classificati in base al rischio da sottoporre a controlli mirati. Il decreto del ministero dell’Economia che chiuderà il cerchio è previsto per la fine del prossimo marzo. E insieme aumenteranno le lettere di compliance che l’Agenzia invia ai contribuenti invitandoli a mettersi in regola con le tasse. Come funzionerà l’incrocio delle banche dati? A spiegarlo oggi è Il Messaggero. La bozza di decreto del ministero prevede che grazie agli algoritmi vengano creati due “dataset”, in pratica due liste. La prima è definita di «analisi». In base a dei criteri di rischio fiscale definiti, servirà ad analizzare se in una determinata platea esistono rischi particolari di evasione. Il secondo “dataset”, ossia la seconda lista, viene definita di «controllo».

Si tratta dei contribuenti che secondo l’analisi possiedono uno o più rischi fiscali. Nei confronti di questa categoria potranno essere avviate le attività di controllo o quelle volte a “stimolare” l’adempimento spontaneo. Come per esempio le lettere di compliance. La black list verrà conservata dal fisco per dieci anni. Ma gli utenti avranno nomi di fantasia fino al momento del controllo effettivo. Intanto, aggiunge il quotidiano, il Garante ha chiesto all’Agenzia una più puntuale indicazione delle banche dati che si intendono utilizzare. In particolare sulle detrazioni per le spese sanitarie. Anche se queste saranno usate in forma aggregata, resta il rischio che tra i parametri per stimare la propensione all’evasione siano utilizzati anche dati sensibili sulla salute.

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