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Fondazione Open, contromossa di Renzi: denuncia i magistrati di Firenze. «Io non ho commesso reati, loro possono dire lo stesso?»

09 Febbraio 2022 - 14:47 Felice Florio
Il leader di Italia Viva si dice soddisfatto che il processo si sposti «finalmente nelle aule e non solo sui media»

«Finalmente inizia il processo nelle aule e non solo sui media» ribatte Matteo Renzi dopo che la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per lui e altri 10 indagati nell’inchiesta sui finanziamenti illeciti alla fondazione Open. Lo scontro tra il leader di Italia Viva e i magistrati fiorentini però è destinato a inasprirsi, dopo che lo stesso Renzi ha denunciato alla procura di Genova i magistrati Giuseppe Creazzo, Luca Turco e Antonino Nastasi «per violazione dell’articolo 68 Costituzione, della legge 140/2003 e dell’articolo 323 del codice penale». La richiesta di rinvio a giudizio, spiega una nota dell’ufficio stampa dell’ex premier è «un atto scontato e ampiamente atteso che arriva ad anni di distanza dai sequestri del novembre 2019 poi giudicati illegittimi dalla Corte di cassazione. I cittadini potranno adesso rendersi conto di quanto sia fragile la contestazione dell’accusa e di quanto siano scandalosi i metodi utilizzati dalla procura di Firenze».

Il senatore fiorentino, spiega ancora la nota, ha chiesto ai pm genovesi, competenti sui colleghi di Firenze, di essere ascoltato e «riservandosi di produrre materiale atto a corroborare la denuncia penale contro Creazzo, Turco, Nastasi». Magistrati, che ricorda lo staff renziano hanno dovuto affrontare non poche traversie personali e professionali: «La richiesta – di rinvio a giudizio – è stata firmata dal procuratore Creazzo, sanzionato per molestie sessuali dal Csm, dal procuratore aggiunto Turco, che volle l’arresto dei genitori di Renzi poi annullato dal Tribunale della Libertà e dal procuratore Nastasi, accusato da un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri di aver inquinato la scena criminis nell’ambito della morte del dirigente Mps David Rossi. Questi sono gli accusatori».

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