Processo sugli attentati di Parigi, la prima difesa di Salah Abdeslam: «Non ho ucciso nessuno, erano operazioni militari»
32 anni, origini marocchine e una vita passata a Molenbeek, città belga vicino alla capitale Bruxelles. È questo il profilo di Salah Abdeslam, l’unico sopravvissuto del commando di terroristi che il 13 novembre 2015 organizzarono una serie di attentati a Parigi a partire dalla strage del Bataclan. In tutto quella notte furono uccise 130 persone e ne rimasero ferite altre 350. Fra le vittime anche l’italiana Valeria Solesin. Oggi Salah Abdeslam è stato interrogato a Parigi nel processo che vuole chiarire tutte le dinamiche di quella notte. In una serie di dichiarazioni rilasciate davanti ai giudici Abdeslam si è difeso citando Voltaire: «Tengo a dire oggi che non ho ucciso né ferito nessuno, neppure un graffio. Dall’inizio di questa storia, non si è smesso di calunniarmi. ‘Calunniate, calunniate’ consigliava Voltaire, qualcosa resterà». L’uomo ha definito gli attentati «operazioni militari».
«Il mondo occidentale impone la sua ideologia al resto del mondo. Per noi musulmani è un’umiliazione. Io appoggio lo Stato islamico, sono con loro, sono per loro, li amo», ha spiegato Abdeslam. L’imputato ha criticato la severità delle pene e dei procedimenti per chi è accusato di terrorismo: «In futuro quando qualcuno sarà nella metropolitana con una valigia esplosiva, e che all’ultimo momento vuole fare marcia indietro, saprà che non ha diritto di farlo, poiché sarà rinchiuso in carcere e umiliato». Al momento le autorità francesi accusano Abdeslam di essere colpevole dell’ideazione e della logistica degli attentati. Nei mesi successivi all’attentato l’uomo è riuscito a sfuggire alle autorità francesi. È stato arrestato il 18 marzo del 2016 a Molenbeek, las sua città Natale, qui si nascondeva in un appartamento insieme ad altri terroristi.
February 9, 2022
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