M5s, il piano di Grillo per sciogliere l’impasse: con il comitato di garanzia può tornare anche Rousseau
Il provvedimento del tribunale di Napoli che ha sospeso il nuovo statuto e, quindi, fatto cadere Giuseppe Conte dalla presidenza del Movimento, ha gettato nel caos i 5 stelle. Un colpo così pesante per il nuovo corso avviato dall’ex premier da far assopire persino le lotte intestine tra correnti interne al gruppo di Camera e Senato. Luigi Di Maio e i suoi parlamentari più fedeli osservano, nel silenzio, le mosse di Conte per sciogliere l’impasse. Ma sono tutti gli esponenti pentastellati a osservare, trasversalmente, lo «zitti e buoni» di Beppe Grillo. Il garante cofondatore del Movimento è sceso in campo per sbrogliare le liane giudiziarie e politiche in cui si è incagliata la rivoluzione contiana dei 5 stelle. Sarà a Roma nelle prossime ore. E sembra avere già elaborato il suo piano che prescinderà dalle volontà di Conte e di chiunque altro.
Primo passo: eleggere un nuovo comitato di garanzia
Alcuni parlamentari non nascondono la paura che il garante possa partire da un grande repulisti. Conte ha annunciato che incontrerà Grillo per «un confronto» mentre vaglia «con i legali diverse soluzioni. La vita e l’azione di una forza politica non può interrompersi per un provvedimento giudiziario provvisorio e cautelare». Il comico genovese, però, sembrerebbe aver già deciso la strategia: ricostituire il comitato di garanzia dei 5 stelle seguendo le regole dello statuto di un anno fa che, per dirla come Grillo, «ha acquisito reviviscenza». Il comitato sarebbe quindi composto da tre membri eletti online dagli iscritti e scelti in una rosa di almeno sei nomi proposta dal garante. In assenza di un capo politico – secondo lo statuto precedente a quello sospeso il 7 febbraio -, è il comitato di garanzia l’organismo che deve portare al voto eventuali modifiche statutarie e/o organizzare l’elezione del comitato direttivo di cinque membri.
Verso il ritorno di Rousseau?
Ma su quale piattaforma dovrebbero avvenire tutti questi passaggi di democrazia digitale? È opinione di molti che, per non rischiare di incorrere in altri ricorsi, il Movimento debba rispettare quanto prescritto dallo statuto riportato in vigore dal tribunale di Napoli, che prevede che le votazioni degli iscritti si svolgano su Rousseau e non su SkyVote, la piattaforma scelta dopo la rottura con l’associazione di Davide Casaleggio. «Basterà pagarlo per fornire il servizio» è una delle frasi che sono girate, nelle scorse ore, nelle chat dei parlamentari grillini. I contiani vivono ore di apprensione per il processo avviato dall’ex premier ad agosto e il cui prosieguo, adesso, dipende dalla volontà di Grillo e dalla magistratura napoletana. Certo è che questa fase ha fatto risalire le quotazioni interne di Di Maio, messo alle strette per la duplice trattative seguita durante le elezioni per il Quirinale. D’altronde, il ministro degli Esteri non è lasciato fuori dalla discussione: domani, 10 febbraio, Grillo dovrebbe incontrare, oltre all’ex premier, il capo della Farnesina e altri esponenti di spicco del Movimento.
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