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Il Riformista contro Report: «Ha pagato dossier con i soldi della Rai». Ranucci: «Una bufala con audio manipolato»

10 Febbraio 2022 - 22:32 Redazione
Il quotidiano diretto da Piero Sansonetti sostiene di essere entrato in possesso di documenti che getterebbero ombre sul programma di RaiTre

Il Riformista sostiene di essere entrato in possesso di documenti che getterebbero ombre sul programma di RaiTre Report e sul coordinatore Sigfrido Ranucci. Secondo il quotidiano diretto da Piero Sansonetti, Ranucci avrebbe offerto soldi a freelance che gli proponevano filmati per danneggiare la reputazione di un politico del Nord. Stando al Il Riformista, Ranucci chiese l’invio dei filmati in forma anonima per posta, proponendo poi al freelance di fatturargli un servizio sulla Calabria. L’articolo sostiene che, per ottenere il pagamento dalla Rai, Ranucci disse al freelance che avrebbe garantito in prima persona sul valore giornalistico del servizio sulla Calabria, prima di metterlo in soffitta e utilizzare le immagini contro il politico. Quando uno dei freelance fece notare a Ranucci che lui non poteva stare in Italia – «evidentemente dichiarava di essere latitante», scrive Il Riformista -, il coordinatore di Report lo avrebbe rassicurato dicendogli che gli avrebbe organizzato un incontro con il capo dei Ros, il Raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri.

Alle accuse ha risposto proprio Ranucci su Twitter: «Presentata come scoop una bufala già passata in giudicato. L’audio che mi riguarda era stato presentato dal sindaco Flavio Tosi ai magistrati con l’intento di fermare un’inchiesta su di lui». E ancora: «Tosi mi aveva fatto registrare dai suoi uomini nel 2014. Era stato manipolato secondo una perizia e Tosi era stato condannato per diffamazione nei miei confronti a circa 2 anni. La stessa denuncia che prenderà Aldo Torchiaro e il suo direttore».

Flavio Tosi è stato condannato per diffamazione nei confronti di Sigfrido Ranucci nel 2019 a 3 mesi di reclusione, con la condizionale subordinata al risarcimento del danno. Nel 2014, durante il suo mandato di sindaco a Verona, aveva fatto filmare clandestinamente da un suo emissario, Sergio Borsato, l’inviato di Report che stava realizzando un’inchiesta sull’amministrazione veronese, sui rapporti clientelari, sul presunto appoggio elettorale di imprenditori in odore di ‘ndrangheta e sull’esistenza di un video hard. L’allora primo cittadino aveva depositato i nastri in procura prima della messa in onda e aveva pubblicamente accusato Ranucci di costruire un dossier falso usando fondi neri della Rai. I nastri depositati alla luce di due perizie sono risultati anche successivamente modificati. Tosi ha presentato 19 querele contro Report per quei servizi. Sono state tutte archiviate.

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