«Autogol? Macché», il direttore del Riformista rilancia: «Il nostro video su Ranucci è inedito e non manipolato»
Il direttore del Riformista, Piero Sansonetti, difende gli articoli pubblicati in questi giorni a proposito del lavoro di Sigfrido Ranucci e della redazione di Report e ribadisce la sua versione dei fatti: «Il giornalismo di Ranucci è pericoloso e sconvolgente, non abbiamo manipolato nessun audio», dice a Open. Ieri sera, 10 febbraio, era stato pubblicato un primo articolo dal titolo Così lavora Ranucci: fatture false, latitanti, dossier di fango e 007 amici, seguito da una versione più ampia sul cartaceo di oggi: pur di ottenere un video compromettente su un politico del nord Italia, è l’accusa, Ranucci sarebbe stato pronto a usare i fondi della Rai come fondi neri e, addirittura, a proteggere un latitante con l’aiuto dei servizi segreti. Dopo la pubblicazione di quel pezzo, Ranucci ieri stesso ha replicato che tutto si basava su “un audio manipolato, rimanipolato per farlo sembrare nuovo».
La vicenda, ha ricostruito anche Open, è nella sostanza nota: nel 2014 l’allora sindaco di Verona Flavio Tosi accusò Ranucci di aver cercato di comprare dei video per screditarlo e si presentò in procura a Padova con le registrazioni degli incontri tra Ranucci e l’esponente della Lega Sergio Borsato che si offriva di vendere al giornalista i suddetti filmati. Ranucci fu assolto e nella sentenza il tribunale di Padova parlò di audio manipolato ai suoi danni. Tosi fu condannato in primo grado per diffamazione nei confronti di Ranucci, poi transando in appello. Oggi pomeriggio, 11 febbraio, Il Riformista ha pubblicato il video di quanto raccontato negli articoli giornalistici.
Direttore Sansonetti, avete pubblicato un audio manipolato?
«Assolutamente no, si tratta di un video autentico, non manipolato e inedito».
Non era stato pubblicato da Tosi all’epoca dei fatti? Disse di aver messo tutto sul suo sito…
«Non questo, questo non è stato pubblicato da nessuna parte. Mi risulta che non l’abbia neanche in tribunale».
Le sentenze che si occuparono della vicenda, sia a Padova sia a Verona, però, parlano proprio dei fatti che raccontate nei vostri articoli. E hanno assolto o archiviato il giornalista da ogni accusa, dicendo che il giornalista millantava a pranzo per cercare di capire cosa volessero gli interlocutori. Vero o falso che sia, perché non ne avete dato conto?
«Abbiamo riportato le informazioni che ritenevamo rilevanti».
E non è rilevante che la cosa riguardi Tosi e che lo stesso Tosi ne parlò?
«Abbiamo detto che si tratta di un politico del Nord e che è accaduto nel 2014, non ritengo affatto che sia stata già affrontata. Poi comunque noi facciamo i giornalisti, non i giudici».
Dunque il tema secondo voi è attuale
«Sì e infatti la Rai farà un nuovo audit sulla vicenda. Ritengo che il modo di fare giornalismo di Ranucci sia sconvolgente e pericoloso. Un giornalismo in cui fai notizia solo se sbagli, se sei colto in fallo. Bisogna parlare di questo, il resto non mi interessa».
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