Più posti e niente domande di cultura generale: come cambia il test di ingresso per Medicina
Si parte con Medicina ma presto la “rivoluzione” che cambierà le modalità di accesso agli atenei dovrebbe riguardare tutte le facoltà a numero chiuso. Da Odontoiatria a Veterinaria, da Architettura a Scienze della formazione primaria e professioni sanitarie. Il primo grande cambiamento dovrebbe riguardare, appunto, la facoltà di Medicina: il 2022 dovrebbe essere l’ultimo anno con test cartaceo e in presenza a settembre. Previsti più posti, 16 mila contro i 14 mila dello scorso anno, addio invece alle domande di cultura generale. Verranno diminuite o azzerate, ora costituiscono invece il 20 per cento; restano logica, biologia, chimica, matematica e fisica. Tutto questo grazie all’approvazione all’unanimità di una risoluzione, presentata dal deputato del M5s Manuel Tuzi, in Commissione Cultura alla Camera che, di fatto, ha impegnato il governo a riformulare i meccanismi dei test. La riforma vedrà la luce a partire dal 2023-2024 (per ora sarà solo in via sperimentale), come scrive oggi Repubblica.
Cosa potranno fare gli studenti delle superiori
Intanto le università saranno chiamate a offrire esercitazioni online gratuite che siano simili ai test reali oltre a corsi disciplinari intensivi che andranno fatti online o in presenza. Verrà potenziato l’orientamento in uscita dalle superiori mentre, a regime, chi vorrà iscriversi alle università a numero chiuso già dal quarto anno dovrà sostenere i test nelle postazioni informatiche degli atenei. I ragazzi potranno ripetere questi test per 4 volte e sfruttare il miglior punteggio per entrare in graduatoria. Finisce, dunque, l’era dei test impossibili – o almeno così si spera – dove i ragazzi erano costretti a pagare di tasca propria costosi corsi di formazione. Previsti, infine, test psicoattitudinali online per gli studenti per valutare se sono portati, o meno, al percorso di studi che vogliono intraprendere. E gli studenti? Non sembrano essere d’accordo, dicono di non essere stati interpellati. Non vogliono il numero chiuso e spiegano che questo nuovo meccanismo rischia di dare una corsia preferenziale agli studenti già eccellenti.
Foto in copertina di repertorio: ANSA/Mourad Balti Touati
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