I due carabinieri arrestati nell’operazione dell’Antimafia sulla ‘Ndrangheta a Roma
Due carabinieri che lavoravano in una delle caserme del litorale romano sono tra i 65 arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Dda sulla ‘Ndrangheta a Roma. I due, secondo l’accusa, reperivano e distribuivano informazioni riservate. Le indagini coordinati dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò hanno evidenziato indizi in relazione alla rivelazione di informazioni riservate a favore del gruppo criminale ‘ndranghetista sgominato con il blitz di questa mattina. Entrambi raggiunti da misura cautelare, uno in carcere e l’altro agli arresti domiciliari, sono indiziati di rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio. A uno dei due viene contestato il concorso esterno in associazione mafiosa. Intanto sono in corso perquisizioni da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo di Roma negli uffici comunali di Anzio e Nettuno. Nei confronti degli indagati si contestano, a seconda delle posizioni, le accuse di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso.
Leggi anche:
- ‘Ndrangheta, condannato a 5 anni e 4 mesi il senatore di Forza Italia Siclari per voto di scambio con le cosche
- Ndrangheta, il blitz della polizia contro la cosca Molè: 104 arresti tra Calabria, Toscana e Lombardia
- Ndrangheta, arrestato il boss latitante Gallace: era nascosto da un anno in un bunker
- ‘Ndrangheta, è rientrato in Italia il boss Francesco Pelle: era tra i 30 latitanti più pericolosi – Il video
- La ‘ndrangheta voleva uccidere il figlio di Gratteri: «I clan temevano che diventasse ministro della Giustizia»