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Salvini su Morisi: «Per il suo bene meglio non lavori per me. Su di lui cattiveria rara»

22 Febbraio 2022 - 19:19 Giovanni Ruggiero
Il segretario della Lega torna a parlare del suo ex collaboratore, che non sarebbe tornato a lavorare per lui

L’ex guru della comunicazione leghista Luca Morisi non sarebbe tornato a lavorare per il Carroccio, come avevano riportato alcune indiscrezioni a fine gennaio scorso. Durante la presentazione del libro di Alessandro Sallusti con la seconda intervista a Luca Palamara, Lobby & logge, Matteo Salvini ha risposto a chi gli chiedeva aggiornamenti sul suo ex collaboratore: «Oggi Luca sta bene – ha detto il segretario della Lega – L’ho visto e riprenderà a lavorare, ma gli sconsiglio di tornare a lavorare con me, lo dico da amico». Quasi un mese fa, il Fatto quotidiano e poi il Corriere della Sera avevano raccontato di un messaggio di Morisi nella chat WhatsApp con cui la Lega aggiorna i giornalisti. Quel messaggio era stato subito cancellato, ma fonti leghiste avevano confermato al Corriere che l’inventore della “Bestia” era tornato a lavorare per il Carroccio, restando dietro le quinte. Oggi però Salvini ne parla come se quel rientro non fosse mai avvenuto: «Lui è bravissimo ma lo faccio per il bene suo. È stato massacrato perché lavorava per me, altrimenti starebbe a fare il suo lavoro. Lui crede nella nostra battaglia di partito ma l’ha pagata personalmente».

Sulla vicenda giudiziaria che ha interessato Morisi, indagato dalla procura di Verona in un’inchiesta per droga, per la quale gli stessi pm hanno chiesto l’archiviazione, e sui dettagli della vita privata del suo ex collaboratore emersi in quel frangente, Salvini ha poi aggiunto: «Lo sapevo, ma ho cercato di proteggere non il collaboratore di partito ma l’amico e quando è uscita tutta la porcheria di nessuna rilevanza politica non ho esitato un secondo a dire è un amico e lo difendo in quanto tale, punto». Quella vicenda, ha aggiunto Salvini: «È stata una cosa di rara cattiveria per un fatto di irrilevanza penale uscito a una settimana, dieci giorni dal voto, guarda le coincidenze e poi archiviato due mesi dopo il voto con tre righe sui giornali».

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