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M5s, Sabatini: «Il voto sul nuovo Statuto? Conte rischia di diventare l’imputato del popolo»

23 Febbraio 2022 - 10:46 Redazione
La socia di Rousseau all'attacco: SkyVote non può trattare i dati degli iscritti, si rischiano fino a 6 anni di reclusione

Ieri il Movimento 5 Stelle ha annunciato un nuovo voto sullo Statuto per il 10 marzo. Potranno votare gli iscritti da almeno sei mesi, così come previsto dal documento del 2018 che Vito Crimi aveva dimenticato di segnalare a Giuseppe Conte prima della decisione del tribunale a Napoli. I grillini hanno anche fatto sapere che non si voterà su Rousseau. Ed Enrica Sabatini, socia della piattaforma e compagna di Davide Casaleggio oltre che autrice di un libro che mette sotto accusa i vertici M5s, passa all’attacco. «È incredibile che un uomo di legge ed ex Presidente del Consiglio come Giuseppe Conte decida di convocare gli iscritti non rispettando l’ordinanza del tribunale di Napoli che lo ha sospeso dalle sue funzioni e, di fatto, reso nulla la sua leadership nel MoVimento 5 Stelle», ha detto stamattina all’AdnKronos.

«È chiaro inoltre – incalza – che Conte prenda questa decisione nella piena consapevolezza di non aver alcuna competenza per indire questo voto dal momento che la convocazione stessa dell’assemblea iscritti firmata da Conte, Crimi e Paola Taverna omette in qualità di quale ruolo o carica queste tre persone procedano arbitrariamente ad effettuare una votazione in contrasto con la decisione del tribunale e arrivando dunque di fatto a dare mandato di consegnare i dati sensibili degli associati del MoVimento 5 Stelle – che non potrebbero trattare – alla società SkyVote».

Per Sabatini «non è scontato forse ricordare che chiunque tratti dati personali in modo non legittimo, potrebbe arrivare a commettere addirittura il reato di trattamento illecito di dati personali o altri reati affini. Questi tipi di reati possono portare fino a sei anni di reclusione. A questo si aggiunge che votare su un’altra piattaforma che non sia Rousseau è stato ritenuto illegittimo anche dal Garante Beppe Grillo che ha ribadito in più occasioni che tale decisione è in contrasto con quanto stabilito nello statuto. Siamo alla surreale situazione per cui da avvocato del popolo Giuseppe Conte rischia di diventare un imputato dal popolo», l’affondo finale.

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